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Cronache
Rovelli ora fa anche il critico cinematografico. Il film della Cavani? Puro marketing

“Sono andato sul set a vedere le riprese, parlare con gli attori, meravigliosi, farmi incantare dalla loro bravura, dal loro affiatamento, dalla loro generosità, farmi cacciare via da Liliana ogni volta che mi impicciavo troppo e provavo a influenzare le scene... Confabulare con i personaggi straordinari che insieme creano la magia del cinema...”. Insomma la Cavani ha il suo daffare a tenere alla larga il novello concorrente. Con Nanni Moretti gli sarebbe sicuramente andata peggio.

Ma Rovelli non demorde e il film giunge a conclusione. Rovelli va a vedere la prima versione e così ci racconta – in stile melodrammatico - l’evento: “Fino al giorno in cui finalmente ho visto la prima versione del film completo, non ancora definitiva. E lì mi sono commosso alle lacrime. Perché ho ritrovato il filo di quel parlare profondo della vita…”.

Il Rovelli “piange”, si commuove, si strugge, si dimena: finalmente ha raggiunto l’Arte tutto grazie a quell’adolescente che si era arrapato per la Rampling ignuda e sadomaso in bretelloni di tanti anni prima. E così il film finisce alla Mostra del Cinema di Venezia “fuori concorso” dove la Cavani è stata premiata con un “Leone d’oro” alla carriera, che in genere si dà – absit iniuria verbis-  a chi non è riuscito a vincere quelli normali. Naturalmente la storia raccontata non c’ha assolutamente niente a vedere con le tematiche del libro, se non il titolo ed in un fisico personaggio.

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