Cronache
Sangiuliano-Boccia, nomina saltata perché lei disse di essere incinta. Le carte esclusive
Affaritaliani pubblica in esclusiva le carte che dimostrano come l’imprenditrice avesse dichiarato di essere incinta. E non era la prima volta
Sangiuliano-Boccia, che cosa si nasconde dietro lo stop alla nomina. Esclusivo
Ennesimo, clamoroso colpo di scena nella vicenda che coinvolge l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia. Secondo documenti esclusivi consultati da Affaritaliani.it, infatti, almeno dal 9 agosto la donna aveva detto all’allora ministro della Cultura di essere incinta ma provava a tranquillizzarlo, dicendogli che sarebbe stato “libero di viverti questa esperienza come vorrai, nel rispetto di tuo figlio”.
Passano due settimane e l’ex ministro è a Rimini per presenziare al Meeting di Comunione e Liberazione. Qui la Boccia gli manda una mail, chiamandolo “babbo”, annunciandogli imminenti visite di controllo e tranquillizzandolo per il futuro della gravidanza.
Secondo quanto riferiscono voci accreditate, dunque, la nomina dell’imprenditrice sarebbe stata accantonata proprio per conflitto d’interesse, perché Sangiuliano avrebbe dato un incarico - ancorché gratuito - alla madre del suo futuro figlio. Solo che non c’era nessuna gravidanza.
Ma - e anche questo è un tema che necessita di attenzione - è improprio parlare di nomina poiché in effetti non è mai arrivata né agli Ucb (gli Uffici Centrali di Bilancio, preposti a verificare le attribuzioni) né tantomeno alla Corte dei Conti. Altri due motivi che hanno portato allo stop dell’iter riguardano il curriculum della Boccia stessa, che secondo il capo di gabinetto del ministero era stato “taroccato”; e la partecipazione in alcune società di organizzazione eventi che confliggevano con l’attività che avrebbe dovuto svolgere per il Mibact.
Fonti accreditate ricordano ad Affari che non è infrequente che la proposta di una nomina venga bocciata prima ancora di approdare negli uffici competenti. È il caso di un imprenditore, vicepresidente dell’Unione Industriali, che aveva in essere un processo penale - da cui poi è stato prosciolto - che gli è però costato la possibilità di venire nominato per il cda di un museo.
O di un professore, pronto a sedere nel consiglio di amministrazione di un teatro, il cui iter per essere nominato venne bloccato prima di arrivare negli uffici competenti perché accusato di condotta violenta nei confronti della moglie. Dunque, ripetono le fonti, non si tratta di un caso unico o che, tantomeno, è stato figlio di forti pressioni dall’alto. Una vicenda che, dopo quattro mesi, sembra ancora lontanissima dal trovare una conclusione. Ed è probabile che il nuovo anno si aprirà con nuove puntate di questa saga.