Cronache

Sardine a Palermo, invasa piazza Verdi al grido: "No alla Lega" e 'Bella ciao'

Presente anche il sindaco Leoluca Orlando

Dopo Bologna, Modena e Sorrento, sono migliaia le 'sardine' che hanno invaso piazza Verdi al grido di "fuori la Lega da Palermo" e "siamo tutti antifascisti". Sull'onda del successo registrato nelle altre città la manifestazione, grazie al tam tam sui social, ha contagiato anche il capoluogo siciliano. E all'invito lanciato da diversi gruppi sorti su Facebook, poi confluiti nel movimento unico "6000 sardine - Palermo non si lega", hanno risposto in migliaia, almeno duemila. Presente anche il sindaco Leoluca Orlando. Sulla folla, che numerosa si è raccolta davanti al Teatro Massimo, sventolano alcune bandiere del Pride e tantissime sardine di carta variopinte con le scritte "Palermo non si lega", "Tante sarde non fanno un banco", "Palermo non abbocca" e "sarde si nasce e io sicuramente lo nacqui". Sulla falsariga di quanto accaduto a Bologna, i partecipanti durante il flash mob si sono stretti come 'tante sardine' cantando "Bella Ciao".

"E' una manifestazione non violenta e antifascista nata in segno di solidarietà nei confronti dei quattro ragazzi promotori dell'iniziativa di Bologna - racconta Gabriele Scalia del coordinamento UniAttiva 'Palermo non si lega' - abbiamo voluto provare a ricreare qui lo stesso spirito, risvegliando la voglia nelle persone di partecipare attivamente e non temere una dialettica di odio che porta sempre di più la gente ad abbandonare la politica". In piazza anche Daniela che è venuta da sola in pullman da Piazza Armerina: "Per una volta riusciamo a essere al passo con i movimenti che nascono in Italia. Spesso al Sud si risponde con il silenzio mentre stavolta ci sentiamo italiani. Vivo nel terrore che posso ritornare un governo di Salvini che ha dimostrato con le sue idee di essere contro il Meridione". Tanti anche i giovani come Luigi, 16 anni, che ha portato cose sé un cartellone che raffigura una sardina e il simbolo dell'Unione europea: "Sono nato nei primi anni del Duemila in una Europa democratica, antiautoritaria e unita, ma oggi vedo tutto questo in pericolo. L'odio e e il razzismo stanno tornando in Europa, certo non è colpa di Salvini ma la risposta non può' essere solo italiana".