Cronache
Scandalo Volkswagen, truffata anche la First Lady Renzi
Agnese Renzi truffata dalla Volkswagen. Il settimanale "Chi" pubblica le immagini della Firt Lady a bordo della sua auto: una Volkswagen Tiguan 2.0 tdi del 2015. Si tratta di un'auto equipaggiata con motore diesel euro 5 che rientra tra i modelli che dovranno essere richiamati dalla casa automobilistica tedesca dopo lo scandalo del "Diesel gate" che l'ha coinvolta. Parlando di questo scandalo il premier Matteo Renzi ha detto: "Siamo in presenza di una truffa che va punita severamente". E tra i "truffati" c'è anche sua moglie che ha inconsapevolmente acquistato uno dei modelli incriminati diversi mesi prima che lo scandalo venisse alla luce.
PRIMA CAUSA IN ITALIA - Per la casa automobilistica non c'è pace. È fallito infatti il tentativo di mediazione, a Cuneo, tra Volkswagen e i proprietari di un'Audi che chiedono di essere risarciti per il dieselgate. "I legali della casa automobilistica intendono aspettare gli accertamenti delle autorità tedesche - spiegano gli avvocati degli automobilisti - per cui non ci resta che la causa".
A rappresentare i proprietari dell'Audi, una coppia di Cuneo, sono i legali degli studi torinesi Ambrosio & Commodo e Bona & Oliva. Chiedono un risarcimento per il software pirata che truccava le emissioni della loro Audi. "Crediamo che anche il Ministero dei Trasporti debba prendere posizione sull'accaduto", sostengono gli avvocati Stefano Bertone e Marco Bona, che assistono la coppia. "Sul sito emissionidiesel.it, che abbiamo aperto da alcune settimane, saranno disponibili i modelli di lettera da inviare alla Volkaswagen per aprire il procedimento". Oltre alle cause singole, i due studi hanno intenzione di promuovere una class action nei confronti della compagnia.
PRIMI CONTI DOPO IL DIESELGATE - E c'è grande attesa domani mattina per la pubblicazione dei risultati del terzo trimestre. Volkaswagen dovrebbe mostrare al mercato le prime conseguenze sulle finanze aziendali dello scoppio del Dieselgate, lo scandalo del software per la manipolazione delle emissioni inquinanti dei motori diesel. Il risultato netto, secondo il consenso di 13 analisti interpellati dalWall Street Journal, dovrebbe mostrare una perdita netta di 1,6 miliardi di euro a causa per lo piu' dei 6,5 miliardi di accantonamenti decisi a fine settembre quale prima misura di copertura delle spese per il richiamo di 11 milioni di veicoli dotati del software incriminato. L'anno scorso il conto economico trimestrale era stato invece chiuso con un utile netto di 2,9 miliardi. Gli analisti prevedono invece un impatto limitato sul fatturato con ricavi visti in crescita del 4% a 50,8 miliardi grazie alle forti vendite in Europa e dalla continua forza delle performance commerciali dei brand premium Audi e Porsche. Ovviamente il mercato punterà tutta l'attenzione sulle conseguenze del Dieselgate.