Cronache

Scontro treni: Puglia, 19 indagati. Chiusa l'inchiesta

Scontro treni: chiusa inchiesta, 19 indagati

La Procura di Trani ha notificato 19 avvisi di conclusione delle indagini nell'ambito dell'inchiesta sulla strage dei treni del 12 luglio 2016, avvenuta sulla tratta Andria-Corato della Ferrotramviaria e costata la vita a 23 persone. Oltre a dipendenti e vertici della societa' Ferrotramviaria, nell'elenco figurano i nomi di dirigenti del Ministero dei Trasporti e dell'Ustif (organi periferici del Ministero che si occupano delle ferrovie in concessione) di Puglia, Calabria e Basilicata. Le accuse contestate dal procuratore Antonino Di Maio e dai sostituti Michele Ruggiero, Alessandro Donato Pesce e Marcello Catalano riguardano - a vario titolo - i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose. Nell'elenco degli indagati figurano, innanzitutto, i nomi dei capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, del capotreno Nicola Lorizzo e del dirigente coordinatore centrale (Dcc), Francesco Pistolato.    

Secondo quanto contestato dalla Procura gli indagati "cagionavano il disastro ferroviario, "per colpa, in particolare per negligenza, imprudenza imperizia, nonche' in violazione del regolamento di circolazione dei treni n. R01 rev. del 16 aprile 2013 vigente sulla linea ferroviaria Bari-Barletta adottato dalla Ferrotramviaria spa". Coinvolti anche i dirigenti (all'epoca dei fatti) di Ferrotramviaria: Enrico Maria Pasquini, la sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio, Michele Ronchi. A loro la Procura ascrive una serie di omissioni ritenendoli comunque "consapevoli del grave e concreto rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori e degli utenti del servizio ferroviario evidenziato anche dalle risultanze delle inchieste disciplinari relative ai 'pericolati' (situazione critiche e potenzialmente danno se per la sicurezza e la regolarita' della circolazione ferroviaria)" emerse a seguito di 20 episodi registrati tra 2003 e 2015, oltre che "incuranti" delle "indicazioni contenute nel decreto dell'Agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria del 9 agosto 2012" e della "insufficiente copertura delle rete mobile lungo la tratta Andria-Corato".

Gli avvisi sono stati notificati anche a Giulio Roselli, dirigente della divisione infrastruttura di Ferrotramviaria; Vito Mastrodonato, dirigente responsabile della divisione passeggeri di Ferrotramviaria; Francesco Giuseppe Michele Schiraldi, capo unita' organizzativa tecnica responsabile del coordinamento delle attivita' delle unita' tecniche di divisione e del supporto infrastruttura; Tommaso Zonno, coordinatore responsabile dell'unita' tecnica trazione e scorta ferroviaria; Giandonato Cassano, coordinatore di ufficio responsabile dell'unita' tecnica formazione e regolamenti unita' sociale; Antonio Galesi, capo unita' tecnica e responsabile unita' tecnica movimento stazioni. Indagati anche Virginio Di Giambattista, direttore generale della direzione generale per i sistemi di trasporto e impianti fissi e il trasporto pubblico locale, ed Elena Molinaro, direttore della divisione 5 della direzione generale-Tpl; Alessandro De Paola e Pietro Marturano, in qualita' di direttori dell'Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (il primo dal gennaio al giugno 2011 e dal giugno 2013 al dicembre 2014, il secondo dal 19 febbraio 2015). Indagata, infine, la societa' Ferrotramviaria per l'illecito amministrativo dipendente dai reati commessi dai Pasquini e dai dirigenti, che avrebbe conseguito un vantaggio con risparmio di 664mila euro sui lavori per l'installazione del blocco conta assi con cui si sarebbe potuta evitare la tragedia e una divisione dell'utile netto di 4,741 milioni indicato nel bilancio 2015.