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Cronache
Scuola, caos su lezioni, supplenze e assunzioni: oltre 500 presidi rischiano di rimanere senza lavoro

Caos scuola tra lezioni, supplenze e ammissioni: stop all'immissione di 519 dirigenti scolastici dal primo settembre. Romito: "Situazione intollerabile"

Tra meno di un mese ricomincerà la scuola e sul tavolo ci sono già alcuni temi caldi che fanno discutere. In primis ci sono i supplenti: quest’anno saranno 250mila chiamati a tappare i buchi del sistema scolastico. Poi c’è una provocazione sorta da un sindacato che propone di cominciare le lezioni a ottobre invece che a settembre (nonostante l’Italia sia uno dei Paesi con il record di vacanze estive). E, infine, la questione dei presidi: l’assunzione di 519 di loro è stata congelata. Lo ha deciso il Tar del Lazio verso il quale il ministero dell’Istruzione ha già presentato ricorso contro questa decisione che dovrebbe essere confermata o rigettata il 5 settembre, data della camera di consiglio. Il ministero si mostra ottimista sulla possibilità di sbloccare queste assunzioni.

LEGGI ANCHE: **Scuola: concorso presidi 2017, 'ancora negato accesso ad atti, notificato ricorso a Tar Lazio'**

Per quanto riguarda le cattedre dei dirigenti, tutto è iniziato con il concorso del 2017 quando sono state riscontrate delle irregolarità che hanno portato a una serie infinita di ricorsi e un rallentamento nelle assunzioni dei presidi. Ora, sta succedendo di nuovo: il Tribunale amministrativo del Lazio ha sospeso, in via cautelare (come riportato dal Corriere della Sera), l’immissione in ruolo di 519 dirigenti scolastici che avrebbero dovuto iniziare a lavorare dal primo settembre. Questo crea un vuoto, come spiega il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi (Anp) della Puglia (regione in cui erano partiti i ricorsi del 2017), Roberto Romito: “Senza l’assunzione dei 519, si porterebbe all’11% la percentuale di scuole in reggenza nel prossimo anno, quindi ben il 22% delle scuole italiane avrebbe un dirigente a mezzo servizio: una situazione intollerabile”.

Antonello Giannelli, capo della principale dell’Anp, sostiene che “i troppi ricorsi ci dicano che non bisognerebbe più fare concorsi, ma assumere presidi e docenti con colloqui personali, come in azienda. Ma non possiamo dimenticare che a stabilire che questi dirigenti venissero assunti con procedura riservata lo ha stabilito una legge dello Stato, proprio per mettere fine ai contenziosi”. Ovvero la legge del 2022 inserita nel decreto ministeriale 107 di giugno 2023, che prevede un concorso-corso straordinario per coloro che hanno presentato ricorso contro il concorso per i presidi del 2017. I vincitori di questo test avrebbero avuto la precedenza nelle assunzioni, nulla togliendo ai vincitori del concorso dell’anno vigente. E ora, invece, uno stop di oltre 500 assunzioni quando si devono risolvere ancora quelle del 2017.

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