Cronache

Scuola, ok della Camera alla riforma

L'aula della Camera ha approvato il ddl di riforma della scuola con 316 sì, 137 no e 1 astenuto. A favore hanno votato Pd, Area popolare, Scelta civica, per l'Italia-Centro democratico, Psi, Minoranze linguistiche. Contrari M5s, Forza Italia, Lega, Sel, Fdi-An, Alternativa libera. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato.
 

 


 
Intanto, in merito al rischio del blocco degli scrutini, l'Autorità di garanzia per gli scioperi, che ha ricevuto, da parte delle sigle sindacali Unicobas, Cobas e Usb, le proclamazioni di due giorni di sciopero, da effettuarsi successivamente alla chiusura delle scuole, ha annunciato che non ci sarà alcun blocco per i cicli finali del percorso scolastico: esami di terza media, maturità e abilitazioni professionali.
 
A confermare che gli esami finali si svolgeranno regolarmente, gli stessi sindacati che, conformandosi a quanto già dichiarato dall'Autorità, hanno esplicitamente escluso ogni forma di protesta che comprometta le fasi finali dei percorsi scolastici. In merito alle astensioni dagli scrutini delle classi intermedie, l'Autorità di garanzia si riserva di decidere nei prossimi giorni, poiché sta valutando complessivamente le proclamazioni di sciopero, che stanno via via pervenendo, allo scopo di evitare che l'attuazione delle astensioni possa produrre, in concreto, una violazione della normativa.
 
Renzi: "A insegnanti bravi più soldi". Il premier Matteo Renzi continua a difendere la riforma, soprattutto per la parte che riguarda il merito: "Siamo disponibili a valutare il come, ma l'importante è che ci sia un principio: agli insegnanti bravi vanno dati soldi in più", ha detto intervenendo in diretta a Rtl 102.5. Ma anche sul ruolo del preside, Renzi non indietreggia: "Io non lo voglio un preside burocrate o passacarte. La riforma della scuola prevede che il preside possa individuare i professori più adatti alla scuola. Questo non è un preside sceriffo, è un preside che si prende qualche responsabilità in più", ha detto Renzi, che giudica la minaccia del blocco degli scrutini un 'errore clamoroso'. "Se vorranno farlo hanno tutto il diritto di farlo, ma sarebbe un errore clamoroso perché va contro i ragazzi e le famiglie. Il punto è: possiamo dire che l'Italia è di tutti e non solo dei sindacati? Si, possiamo dirlo".
 
Tre miliardi in più. Risorse in  più in arrivo per la scuola: lo dice su Twitter il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini: "#labuonascuola è risorse fresche per l'istruzione, 3 mld a regime in più su questo capitolo con art.26".
 
Le proteste. "Questa legge è la cifra di un governo che sta cancellando i diritti" spiega al microfono un rappresentante degli emendamenti. "Ritiro, ritiro" gridano alcuni insegnanti. In piazza, nella pausa dei lavori dell'Aula, anche alcuni esponenti delle opposizioni. La riforma della scuola "è la cosa più di destra che il governo potesse fare. I sindacati e i professori hanno il diritto di portare fino alle estreme conseguenze la loro battaglia", ha detto il leader di Sel, Nichi Vendola.
 
Fassina contestato. È stato contestato dagli insegnanti contrari alla riforma l'esponente della minoranza dem, Stefano Fassina. Mentre parlava dal palchetto, i manifestanti gli ripetevano in coro "Fuori dal Pd, fuori dal Pd". "Siamo qui per cercare risposte - ha detto Fassina - non rassegnamoci,non rassegnatevi. La battaglia continuerà al Senato dove riproporremo gli emendamenti fondamentali. Un punto è chiaro: senza il consenso degli insegnanti, del personale scolastico e degli studenti la scuola non può funzionare, ci vuole condivisione".
 
Lettera deputati Area riformista a senatori. Ma all'interno del Pd le divisioni si fanno sentire anche in questo caso e dentro la minoranza la linea che sembra prevalere è più morbida rispetto a quella di Fassina: i deputati dem dovrebbero dividersi quasi equamente fra astensione o voto favorevole al provvedimento. Tutti i deputati della minoranza Pd, però, firmano un documento comune che rappresenta una sorta di testimone per il Senato, e che, in ogni caso, "non sarà un atto di chiusura" nei confronti del resto del partito e del governo. La lettera, promossa da Roberto Speranza e Gianni Cuperlo, chiede ai senatori dem "l'impegno del Senato per portare a ulteriori e necessari cambiamenti" alla riforma della scuola che già alla Camera, sostengono i promotori, ha risolto alcuni "punti critici". "La lettera - spiega il deputato della minoranza dem, Davide Zoggia - prevede la libertà di voto di chi la firma: chi deciderà di far prevalere il rapporto con il mondo degli insegnanti si asterrà dal voto finale, chi invece vorrà premiare il lavoro svolto dai colleghi in commissione voterà sì al provvedimento. C'è la convinzione che sia possibile fare un altro pezzo di percorso insieme in Senato per migliorare il disegno di legge".
 
Fdi per il 'no'. Fratelli d'Italia votera' "no" a una legge di riforma della scuola "catastrofica", ha detto Fabio Rampelli nel suo intervento in Aula per le dichiarazioni di voto prima del voto finale. Tra i punti più contestati dal partito quello della chiamata diretta dei presidi, che secondo Rampelli porta con sé il rischio di clientelismo e di disparità territoriale e sociale, ma anche la "vicenda assurda" del piano assunzioni.
 
Camusso: "Battaglia continua".  "Con il voto di oggi non si chiude la battaglia, che continua", sostiene Susanna Camusso, leader della Cgil, commentando la riforma della scuola.