Sigarette elettroniche, lo studio: "Al 95% più sicure di quelle classiche" - Affaritaliani.it

Cronache

Sigarette elettroniche, lo studio: "Al 95% più sicure di quelle classiche"

Le sigarette elettroniche? Al 95% piu' sicure e meno dannose delle sigarette tradizionali. "Al momento 80.000 persone [in Inghilterra] muoiono ogni anno come risultato del fumo di sigaretta. Se ogni fumatore passasse alle sigarette elettroniche, il numero di morti scenderebbe a 4.000 ogni anno. Ma e' una stima conservativa". Lo scrive Public Health England (PHE), agenzia del ministero della Salute del Regno Unito, ponendo un punto fermo e definitivo sulla conoscenza scientifica relativa alle e-cig. Il rapporto ribadisce inoltre che non esiste alcuna prova ad oggi le sigarette elettroniche siano una via d'accesso al fumo per i giovani o per i non fumatori.Esulta ai risultati del report inglese Hon Lik, il farmacista cinese inventore della sigaretta elettronica. "Questo era cio' che avevo immaginato, e cioe' che un giorno gli esperti di salute pubblica avrebbero riconosciuto il potenziale di questi strumenti ai fini della riduzione del numero di fumatori e dell'impatto delle malattie derivanti dal fumo". Hon Lik oggi lavora per Fontem Ventures, societa' che produce le sigarette elettroniche JAI e Blu e che da poco e' entrata nel mercato italiano, dove e' a capo della divisione ricerca e sviluppo.

Il tema e' molto sentito in questi giorni, visto che per le prossime settimane e' atteso lo schema di Decreto legislativo per la trasposizione della Direttiva 2014/40 (prodotti del tabacco), la cui prima bozza redatta dal Ministero della Salute presenta disposizioni estremamente punitive nei confronti delle e-cig, a differenze invece dei prodotti a cosiddetto tabacco riscaldato, mentre invece la prossima legge di Stabilita' dovrebbe rivedere l'aspetto fiscale, dato che l'imposta di consumo voluta dal MEF sui "liquidi da inalazione" ha portato sino ad oggi ad uno spostamento dei consumatori verso l'estero, causando un buco da oltre 200 milioni di euro in due anni per le casse dello Stato e seri danni al settore. "Quello di Public Health UK e sola l'ultima testimonianza in ordine temporale circa le potenzialita' in materia di sanita' pubblica delle e-cigs. In Italia sono ormai anni che autorevoli scienziati, tra cui il prof. Veronesi, suggeriscono come tali prodotti debbano godere di trattamenti fiscali e regolamentari differenti dal tabacco", afferma Valerio Forconi, responsabile Relazioni Istituzionali e Comunicazione di Fontem Ventures Italia. "In Italia invece e' stato intrapreso un percorso contraddirio ed incomprensibile: le e-cigs sono state lungamente osteggiate anche attraverso una tassazione oltremodo sproporzionata che peraltro e' stata, giustamente, bocciata da diverse ordinanze del TAR nonche' da una sentenza della Corte Costituzionale. Nonostante cio' - aggiunge Forconi - le e-cigs continuano ad essere tassate allo stesso modo dei prodotti del tabacco tradizionali e di nuova generazione. Da ultimo, la bozza di Decreto che dovrebbe recepire nell'ordinamento italiano la direttiva europea e' inspiegabilmente in linea con questa tendenza. Auspichiamo vivamente che il Governo italiano riconsideri le proprie scelte e definisca un quadro fiscale e regolamentare che segni una netta distinzione tra le sigarette elettroniche e qualsiasi prodotto del tabacco tradizionale o di nuova generazione".