Cronache
Spazio: da fusione stelle la nascita di oro e platino
Svelato il mistero di come nell'universo si formano i metalli pesanti come oro, platino e uranio
Giornata storica per la scienza, per l’Italia, per l’astrofisica: per la prima volta nella storia dell’osservazione dell’universo, è stata rivelata un’onda gravitazionale prodotta dalla fusione di due stelle di neutroni; per la prima volta un evento cosmico viene osservato sia nelle onde gravitazionali che elettromagnetiche, avviando così l’era dell’astronomia multimessaggero, che estende notevolmente il nostro modo di “vedere” e “ascoltare” il cosmo.
La scoperta, realizzata grazie alla sinergia tra i due Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (l'Osservatorio LIGO) negli Stati Uniti insieme al rivelatore VIRGO, a Cascina vicino a Pisa, ha permesso di caratterizzare in modo chiaro l’origine dell’onda.
Si apre una nuova era per la ricerca spaziale. I risultati arrivati oggi non solo confermano, ancora una volta, la validità della teoria della relatività di Einstein, che prevede che anche le onde gravitazionali viaggino alla velocità della luce; ma aprono un nuovo modo di indagine per l’esplorazione dell’universo e ci danno informazioni preziose su quello che è successo subito dopo il Big Bang. L’evento è avvenuto a 130 milioni di anni luce da noi, alla periferia della galassia NGC4993, in direzione della costellazione dell’Idra. Le due stelle di neutroni, a conclusione del loro inesorabile processo di avvicinamento, hanno spiraleggiato una intorno all’altra, emettendo onde gravitazionali che sono state osservate per circa 100 secondi. Quando si sono scontrate, hanno emesso un lampo di luce sotto forma di raggi gamma, osservato nello spazio circa due secondi dopo l’emissione delle onde gravitazionali dal satellite Fermi della Nasa e confermato dal satellite Integral dell’ESA.
La ricerca italiana ha avuto una parte importantissima in questa ricerca. Ferroni, presidente dell’INFN e Battiston presidente dell’ASI, nel commentare la notizia, hanno sottolineato come questa scoperta sia il risultato brillante di un lavoro di squadra che ha saputo coordinare diversi ambiti e diversi tipi di strumentazione, a terra e nello spazio, facendo parte a pieno titolo dei più importanti network di ricerca mondiali. L’ASI è già impegnata per raggiungere la prossima frontiera, la realizzazione del grande interferometro LISA per la rivelazione delle onde gravitazionali nello spazio, capace di moltiplicare di ordini di grandezza la sensibilità a questo nuovo tipo radiazione.
Ludovica Carlesi Manusardi