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Tiktoker suicida, l'esperta lancia l'allarme: "Social malvagi, da evitare. I giovani rischiano grosso"
L'esperta Donatella Marazziti invita giovani e adulti a tornare alla socializzazione reale. Il peso degli ormoni


Suicidio Tiktoker, la psichiatra: “Fate uscire i ragazzi di casa, i social sono malvagi”
Suicidio istigato da uno o più follower: al setaccio i commenti nel profilo della tiktoker Alexandragarufina, alias Davide, 21 anni, che ha raccontato la sua transizione da uomo a donna su TikTok e poi ha deciso di togliersi la vita. E ancora una volta finiscono sotto accusa i social, che la psichiatra Donatella Marazziti non ha esitazione a definire “un luogo malvagio”.
Oltre la fragilità, la difficoltà del percorso di transizione
La Marazziti, definita una tra i 10 psichiatri più importanti d'Italia, dà una spiegazione complessa su ciò che può accadere quando si sceglie la via dell'esposizione in momenti così delicati nella vita di un giovane che affronta un difficile percorso di transizione.
Dottoressa, oltre alle fragilità generazionali, perché questi ragazzi sono ancora più sensibili?
“Chi sceglie la transizione sessuale affronta un cammino molto lungo e i ragazzi si sottopongono a terapie ormonali che non sono cose semplici: gli ormoni agiscono sul cervello. Noi li vediamo in ospedale a Pisa e di base c'è una grande insoddisfazione. Se ci sono patologie esistenti, il cammino non viene instradato.
Vale anche per le donne che fanno terapie ormonali per la gravidanza che ben sanno cosa significa avere un surplus ormonale. Alcune cadono anche in depressione. Perché raccontare su TikTok la transizione? Il problema non è l'esposizione "il perché cambio sesso!, ma si ha bisogno di like di approvazione. D'altronde tutti si espongono sui social, come quando sono a cene e pubblicano foto delle pietanze”.
C'è chi sostiene che alla base di questi fenomeni ci sia anche una generazione di genitori definiti disadattati. Lei è d'accordo?
“Le confesso che da quando è morto Piero Angela non vado più sui social. Non ho IG e quella robaccia lì. C'è questo desiderio di esporsi e c'è chi ne paga le conseguenze. Il cyber bullismo soprattutto tra le ragazze è causa di suicidio”.
Ma cosa può aver fatto scattare la molla di Alexandra?
“Forse la sua esigenza di esporsi è stata amplificata dagli ormoni. Bisognava seguirla. Ormai in Rete c'è chi racconta la transizione e chi racconta la sua malattia. C'è la modella che ci ha fatto vedere tutto e poi viene premiata con l'esposizione sanremese o Fedez che ha messo in piedi un Tutto il calcio minuto per minuto della sua vita, compresa la sessione di psicoterapia.
Questa è la parte nera del mondo digitale. Una mia amica mi ha raccontato che il marito passa le serate a chattare e io le ho detto di manomettere la spina del computer. A mali estremi, estremi rimedi. Oggi gli adolescenti mangiano in camere e chattano. Un tempo almeno una volta al giorno ci si incontrava per parlare”.
Dottoressa, prima dei social però c'era la tv ed era anche divisiva... La Rete ha sostituito la tv?
“Quando io ero bimba alla sera finivano i programmi. Ricordo Italia-Germania che si guardava insieme, si mangiavano ciliegie ed era un momento sociale che si divideva anche con i vicini di casa. E' una sostituzione ed è più solipsistica. Pensiamo di avere il mondo tra le mani ognuno col suo telefonino. I social sono malvagi, influenzano le nostre scelte e tendono a omogeneizzarci. Organizzo un viaggio, cerco un volo e poi mi arrivano messaggi da siti mai visitati.
E c'è un tentativo di manipolarci come l'omogeneità del pensiero, come le dittature e il pensiero unico. Vince chi urla di più, perché l'ingiuria è sdoganata. Sono molto preoccupata e discutevo sabato sera di quale può essere la regolamentazione: in nome della libertà di espressione abbiamo sdoganato, tutto e i fragili ci rimettono. I social feriscono più delle spade”.
Un consiglio per adolescenti e genitori?
“Ieri ho fatto una passeggiata con le stampelle - sono reduce da un infortunio sugli sci – e ho visto dei ragazzi che giocavano a calcio. Finalmente, uscite di casa, chiudete i telefoni, torniamo alle relazioni vere, mandiamo i figli fuori di casa”.
Chi è Donatella Marazziti
Donatella Marazziti è una psichiatra conosciuta in tutto il mondo per la sua professionalità e i suoi studi nell’ambito della biologia e della terapia di numerosi disturbi mentali. Viene considerata dalla rivista Class tra i 10 psichiatri più importanti d’Italia.
Psicofarmacologa di prim’ordine, è autrice del libro “Psicofarmacoterapia Clinica”, giunto attualmente alla 5° edizione, che rappresenta le linee-guida terapeutiche italiane per tutte le patologie psichiatriche.
Fa parte del gruppo di studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la psichiatria per il disturbo ossessivo-compulsivo. Direttore scientifico della Fondazione Brain Research Foundation di Lucca, visibile su www.fondazionebrf.org. Ha fondato l’associazione La Quercia, visibile su www.la-quercia-institute.com