Cronache

Terrorismo, l'ex 007: "Londra? Un favore all'Isis. Siamo tornati alle Br"

Lorenzo Lamperti

INTERVISTA/ L'ex 007 Alfredo Mantici: "L'attentato di Londra è un grande favore all'Isis. Terrorismo? Siamo tornati agli anni '70 e alle Br"

Alfredo Mantici, ex capo del dipartimento Analisi del Sisde, analizza le conseguenze degli attentati di Londra e Parigi in un'intervista ad Affaritaliani.it.

Quale messaggio ci arriva dall'attacco contro i fedeli musulmani a Londra?

L'attacco di Londra ci richiama all'esperienza degli anni Settanta quando in Italia avevamo tre forme di terrorismo. Il primo era il terrorismo strategico, composto dalle Brigate Rosse e da Prima Linea. Poi c'erano due forme di terrorismo accessorio che erano un po' come lo sciame sismico che segue il terremoto principale. C'era un terrorismo indotto e un terrorismo diffuso. Quello indotto nasceva per spirito di emulazione mentre quello diffuso nasceva per spirito di reazione. Quello che abbiamo davanti oggi è lo stesso schema che era presente nell'Italia degli anni '70. 

Isis come le Brigate Rosse dunque?

In realtà in Europa, tranne pochi casi tipo il Bataclan, manca il terrorismo strategico. L'Isis non ha le forze né i mezzi per portare avanti un terrorismo strategico in Europa. Il nostro continente invece è colpito dal terrorismo indotto con azioni portate avanti da singoli o da gruppetti. 

Quando l'Isis rivendica gli attentati in Europa allora dice una bugia?

All'Isis fa comodo rivendicare tutto. Viste le enormi difficoltà che vive sul campo a Mosul e a Raqqa approfitta della liberà di espressione sul web che la stupidità occidentale non è riuscita a limitare per fare nuovi adepti. Ma i rapporti tra questi singoli e l'Isis stesso sono tutti da dimostrare. Con un banale algoritmo si potrebbe bloccare la diffusione della propaganda islamista ma purtroppo l'occidente è troppo stupido per farlo. A ogni modo l'Isis si limita alla propaganda e agli appelli in territorio europeo. Il problema sono i singoli che mettono in atto questi appelli.

Con Londra però appare in Europa anche il terrorismo di reazione.

Esattamente. Abbiamo un terrorismo di reazione che colpisce in modo indiscriminato e casuale persone singole non strutturate in nessuna organizzazione.

L'obiettivo dell'Isis non era proprio quello di alimentare le tensioni sociali in Europa tra i musulmani e il resto dei cittadini?

Esatto. E infatti l'attacco di Londra fa molto comodo all'Isis. I jihadisti non possono che essere contenti per l'attacco alla moschea. Un attentato come questo rischia di radicalizzare anche gli islamici moderati che si sentono vittime di un'aggressione tra virgolette razzista. L'imbecille che ha attaccato a Londra ha fatto un favore all'Isis così come il Ku Klux Klan fece un favore a Martin Luther King e alla battaglia per i diritti civili uccidendo gli attivisti. Non dobbiamo dimenticarci che gli estremisti sono stupidi. Noi tendiamo a razionalizzare troppo la loro stupidità.

L'attentatore di Parigi, come spesso accaduto nei precedenti attacchi, era noto alla polizia. Ci sono delle responsabilità delle forze dell'ordine e di intelligence?

No, è impossibile seguire e controllare tutti. Semmai il problema sono le leggi non abbastanza efficaci per contrastare il terrorismo. Viviamo in paesi democratici e non siamo disposti, anche giustamente, ad abbassare il livello delle nostre garanzie democratiche che coprono anche gli estremisti. Noi in Italia però siamo stati per una volta più bravi degli altri perché puniamo la propaganda estremista con il carcere o con le espulsioni. Anche Francia e Gran Bretagna dovranno prima o poi adeguarsi.

twitter11@LorenzoLamperti

Alfredo Mantici è ora direttore editoriale della rivista Lookout News