Cronache
Terrorismo, Minniti ammette:"Jihadisti potrebbero usare la rotta dei migranti"
I miliziani dell'Isis in fuga da Siria e Iraq dopo la disfatta militare del Califfato potrebbero usare le rotte dei migranti per arrivare in Europa
Isis: Minniti, jihadisti in fuga potrebbero usare rotte migranti
I miliziani dell'Isis in fuga da Siria e Iraq dopo la disfatta militare del Califfato potrebbero usare le rotte dei migranti per arrivare in Europa: e' l'allarme lanciato dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, in un'intervista a La Stampa, nel giorno in cui si apre il G7 della Sicurezza a Ischia. "Prima del collasso territoriale dell'Isis era difficile che utilizzassero i flussi migratori per infiltrare delle cellule per un attentato terroristico", ha osservato il titolare del Viminale, "non vai a rischiare che un tuo 'asset' prezioso, una cellula di combattenti addestrati, finisca su un barcone che affonda in mezzo al Mediterraneo. Ma adesso e' diverso, c'e' un cambiamento importante. Adesso stanno scappando, sono in rotta e c'e' la fuga individuale. Una diaspora che puo' certamente utilizzare anche le rotte aperte del traffico di esseri umani".
L'Isis "ha subito un drammatico rovescio militare ma non e' sconfitto, non ancora", ha sottolineato Minniti, "con la liberazione di Raqqa non viene meno la sua capacita' di attivita' terroristica e la sua irriducibile sfida alle democrazie e al mondo intero". Il ministro ha ricordato che "uno degli elementi fondamentali di Islamic State era la capacita' di contare sulla piu' grande legione straniera che sia mai stata messa in piedi in era moderna, parliamo di 25-30 mila combattenti provenienti da 100 paesi del mondo". "Una parte di questi e' sicuramente morta, non abbiamo piu' a che fare con quei numeri. Ma una parte tentera' di tornare a casa. E' questo uno dei temi che discutiamo al G7", ha spiegato.
Nella lotta al terrorismo, il titolare del Viminale punta anche su "una grande alleanza fra governi e provider" di Internet che saranno presenti alla riunione del G7 a Ischia per discutere di come impedire che i gruppi jihadisti utilizzino la Rete per fare propaganda. "E' gia' un segnale importante che siano venuti in Italia, prima questa consapevolezza non era scontata", ha osservato, "bisogna trovare il modo di intervenire senza mettere in discussione la grande apertura democratica consentita dai social e dall'accesso alla Rete". Per Minniti si deve "studiare con loro un sistema di blocchi automatici di questi contenuti. Tecnicamente e' possibile. Islamic State ha utilizzato il web e l'ha contaminato con un 'malware del terrore'. I provider ci devono aiutare a bloccare questo 'malware' con un antivirus automatico. Non vogliamo imporre nulla, per avere successo serve uno spirito collaborativo". "Internet", ha riferito il ministro, "e' stato il loro principale strumento di affermazione nel mondo, e' responsabile di oltre il 70 per cento delle conversioni al radicalismo, e' fondamentale per il reclutamento, per l'addestramento 'virtuale', per il potere di emulazione, oltre ovviamente che per la propaganda".