Biotestamento, Borletti: "Niente giochini politici, spero si voti nel 2018"
Il sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti ad Affari: "Per la legge sul testamento biologico niente strategie politiche, si voti secondo coscienza"
di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
Sarà la volta buona? Il 30 gennaio approda alla Camera il testo di legge sul testamento biologico. Ilaria Borletti, sottosegretario al ministero dei Beni culturali, affronta il tema, da sempre molto dibattuto e divisivo, in un'intervista ad Affaritaliani.it.
Ilaria Borletti, perché per l'Italia sarebbe così importante avere una legge sul testamento biologico?
E' molto importante perché quando si parla di diritti della persona la determinazione sul proprio fine vita è un diritto fondamentale che riguarda tutti. E' importante per misurare la civiltà di un paese.
Quali sono i tempi previsti?
Sono stati presentati oltre tremila emendamenti. Se come mi auguro ci sarà un senso di responsabilità credo che ci siano i tempi per approvare la legge entro questa legislatura.
E se si dovesse andare a votare già in primavera?
Se si votasse a giugno la situazione sarebbe più difficile perché i tempi potrebbero essere troppo stretti. Sarebbe meglio se con questa legislatura si arrivasse alla fine del 2017. Ma il punto principale è che ci vuole la volontà parlamentare per approvarla. Se si volesse lo si potrebbe fare in tempi anche brevi. La legge sulle unioni civili era di natura governativa e ha portato a un dibattito interno alla maggioranza. In questo caso invece si tratta di una legge di natura parlamentare e per questo che mi auguro seguendo la propria coscienza e non logiche politiche o strategiche.
La Chiesa non è per niente contenta di questa legge. Il cardinale Bagnasco ha parlato di una proposta di legge "preoccupante", aggiungendo che "la politica discute di biotestamento e dimentica le famiglie in crisi". Che cosa si sente di rispondere?
Mi pare un argomento del tutto pretestuoso. Non vedo che cosa c'entri collegare questi due temi. Questa legge ha un punto fondamentale: l'inserimento della volontà della persona, che sarebbe perfetto inserire sulla tessera sanitaria. Il riconoscimento della volontà dell'individuo è fondamentale anche perché finora si tratta di un argomento lasciato alla casualità del trattamento che il paziente sta ricevendo. Bagnasco ha sovrapposto questo tema con quello della crisi che è un tema altrettanto importante ma di matrice completamente diversa.
Teme che la presa di posizione contraria della Chiesa possa avere effetti negativi in Parlamento?
Certamente può avere un effetto negativo. Però non credo che le posizioni della Chiesa in temi di diritti civili debba essere per forza di cose determinante. Basti pensare a come è andata nel caso del divorzio o in quello delle unioni civili. Questo testo di legge, inoltre, è molto equilibrato. Non entra a gamba tesa sul tema dell'eutanasia come tra l'altro qualche associazione avrebbe voluto. Semplicemente si riconosce la valenza della volontà del cittadino sul proprio fine vita.
All'interno del suo partito, il Pd, vede una presa di posizione comune a favore di questo testo di legge?
La relatrice di questa legge è del Pd (Donata Lenzi, ndr) e intorno a lei c'è molto consenso con pochi distinguo. La mia preoccupazione è che si entra nella discussione degli emendamenti si possa perdere molto tempo e ci possano essere compromessi al ribasso. Molti degli emendamenti, presentati in larga parte da Lega e Ncd, sono pretestuosi. Mi auguro che la risposta dei parlamentari non tradisca la logica della proposta e sono convinta che il Pd sosterrà questa legge in modo compatto.
L'Italia ha provato più volte a dotarsi di una legge sull'argomento ma non ce l'ha mai fatta. Può davvero essere la volta giusta?
Io credo e spero di sì. E' importante che la proposta venga sostenuta dai media perché si tratta di un argomentio che riguarda molti individui. Molti pensano che quando si parla di fine vita si parli di altre persone e invece no. Si parla di tutti noi perché sono cose che possono succedere a ciascuno di noi o alle nostre famiglie. Ed è fondamentale poter avere un percorso di fine vita il più dignitoso possibile. Se ci si rende conto che si tratta di un tema che riguarda tutti noi il Parlamento non può che applicare una responsabilità morale prima ancora che politica.