"Tiziano Renzi? 30 mila euro al mese". Che cosa c'è dietro l'inchiesta Consip - Affaritaliani.it

Cronache

"Tiziano Renzi? 30 mila euro al mese". Che cosa c'è dietro l'inchiesta Consip

I pm scoprono un "pizzino" di Romeo con su scritto: "30 mila euro a T." I legami per favorire il più grande appalto d'Europa. Tutto sull'inchiesta Consip

TIZIANO RENZI INDAGATO PER TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE NELL'INCHIESTA CONSIP

Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio Matteo, e' iscritto sul registro degli indagati della Procura di Roma per il reato di traffico di influenze illecite nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione.

INCHIESTA CONSIP: COINVOLTI ANCHE IL COMANDANTE DEI CARABINIERI DEL SETTE E IL MINISTRO LOTTI

Il procedimento vede gia' sotto inchiesta il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, il comandante della Toscana Emanuele Saltalamacchia e l'attuale ministro dello sport Luca Lotti per rivelazione del segreto e favoreggiamento (in quanto sarebbero andati a rivelare l'esistenza di indagini ai vertici Consip).

NEL MIRINO I RAPPORTI DI TIZIANO RENZI CON L'IMPRENDITORE ALFREDO ROMEO

L'inchiesta punta a fare luce sui rapporti tra il padre dell'ex presidente del Consiglio e l'imprenditore Alfredo Romeo, indagato a Napoli per presunte tangenti date in cambio di appalti assegnati alle aziende della societa'. Tiziano Renzi ha ricevuto oggi un invito a comparire dalla Procura di Roma e sara' interrogato nei prossimi giorni.

ROMEO E L'APPALTO PIU' GRANDE D'EUROPA

La posizione di Tiziano Renzi, che potrebbe essere sentito gia' la prossima settimana, e' diventata rilevante per chi indaga alla luce dei suoi rapporti con Carlo Russo, imprenditore toscano del settore farmaceutico, a sua volta vicino all'imprenditore Alfredo Romeo, sotto inchiesta a Napoli per corruzione nel filone principale. Secondo i pm, Tiziano Renzie Carlo Russo avrebbero usato la loro influenza sull'ad di Consip, Luigi Marroni, per indurre Alfredo Romeo a promettere pagamenti nei loro confronti. Romeo ambiva all'appalto più grande d'Europa, una cifra pari a 2 miliardi e 700 milioni complessivi per il facility management Fm4 destinato a tutti gli uffici pubblici italiani.

"30 MILA EURO AL MESE PER T". IL "PIZZINO" E LE INTERCETTAZIONI

Nelle indagini, riporta il Fatto Quotidiano, sarebbe emersa l'esistenza di un "pizzino" trovato nella spazzatura sul quale sarebbero state scritte da Romeo le iniziali di Tiziano Renzi e di Carlo Russo con a fianco le cifre mensile da pattuire ai due che avrebbero dovuto facilitare l'assegnazione dell'appalto. In una intercettazione Romeo dice a Russo "30 mila euro al mese a...", fermandosi. Ma secondo gli inquirenti subito dopo verrebbe il nome di Tiziano Renzi, identificato per quella "T" annotata sul foglio ritrovato dagli inquirenti. Ma i pagamenti a Tiziano Renzi non si sarebbero mai verificati. E dunque resta da capire se quelle di Russo siano millanterie oppure gli inquirenti abbiano preso un granchio.

BABBO RENZI: "IO TRASPARENTE". MATTEO: "TOTALE FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI"

Tiziano Renzi ha detto di sentirsi tranquillo: "Non sapevo nemmeno dell'esistenza del reato di traffico di influenze illecite. Comunque sono tranquillo. Sono trasparente, non ho fatto nulla". Ha parlato anche l'ex premier. "Mio padre e' gia' passato da una vicenda analoga tre anni fa. Dopo venti mesi e' stato archiviato. Spero che finisca nello stesso modo per questa indagine sul traffico di influenze". Cosi' l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, in una intervista a 'Il Corriere della Sera' circa le l'avviso a comparire ricevuto ieri mattina dal padre Tiziano indagato a Roma per traffico di influenze nell'ambito dell'inchiesta Consip. "Ma in ogni caso - aggiunge - da uomo delle istituzioni, dico come allora che la mia prima parola e' di fiducia totale nella magistratura italiana e di rispetto per il lavoro dei giudici. Guai a chi fa polemica, gli inquirenti hanno il dovere di verificare tutto. E fanno bene a farlo". 

IL FILONE LOTTI

Nella capitale, invece, e' approdato per competenza territoriale lo stralcio dell'inchiesta che riguarda gli appalti Consip e, in particolare, le 'soffiate' ai vertici della societa' per azioni del Mef che era stata aperta sul loro conto un'indagine. Subito dopo le festivita' natalizie il pm Mario Palazzi aveva sentito come indagato il ministro Lotti il quale, negando di essere a conoscenza di indagini in corso sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione, aveva chiarito come non avesse potuto in alcun modo rivelare circostanze sull'inchiesta ai vertici della stessa Consip. Lotti, che per l'occasione era assistito dall'avvocato Franco Coppi, aveva aggiunto di "non frequentare" l'amministratore delegato della Consip, Luigi Marroni, che, sentito dai pm come testimone, aveva tirato in ballo il ministro. Lotti aveva pure precisato di aver visto Marroni, ex assessore alla sanita' della Regione Toscana, promosso da Renzi a capo della Consip, "solo due volte nell'ultimo anno". E qualche giorno prima dell'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Renzi, era stato il generale Del Sette a presentarsi spontaneamente dal pm per "chiarire l'infondatezza" delle notizie sul suo conto, ritenute "gravemente lesive della sua dignita'".