Cronache

Chil Post, il grande accusatore: "Debito pagato con soldi pubblici"

di Lorenzo Lamperti
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Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Genova, Roberta Bossi, ha respinto la richiesta di archiviazione e ha disposto un supplemento di indagini nell'ambito dell'inchiesta che coinvolge Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio Matteo, per il fallimento della società Chil Post, con sede nel capoluogo ligure. A chiedere l'archiviazione era stato il pubblico ministero Marco Arioldi.

untitledGiovanni Donzelli
 

"Sono felice che ci sia ancora qualche giudice libero in Italia che vuole approfondire gli elementi di un'indagine prima di disporre archiviazioni facili come invece era stato richiesto dal pm", dichiara Giovanni Donzelli, capogruppo di Fratelli d'Italia in Toscana. Donzelli è il "grande accusatore" in Toscana di Renzi senior e, parlando con Affaritaliani.it, mette in luce altri aspetti della vicenda Chil Post, fermo restando ovviamente che il padre di Renzi è innocente fino a prova contraria: "Mi auguro che la stessa attenzione si apra anche sulla questione del debito ripianato con soldi pubblici di cui mi sto occupando da un anno a questa parte, perché su questo ancora non è stata aperta un'inchiesta ma credo che si tratti di un qualcosa che dovrebbe essere quantomeno preso in esame dagli organismi di controllo".

"Il debito dell'azienda di famiglia di Renzi invece che essere ripagata da loro è stata ripagata dalla collettivià, in parte dalla Regione Toscana e in parte dal governo Renzi", accusa Donzelli, che poi annuncia di aver chiesto un appuntamento in Procura a Firenze. Finora sembrava che la finanziaria non si fosse accorta del mancato rispetto delle regole a proposito di questo famigerato debito e che quindi solo per una serie di casualità questa sbadataggine avesse aiutato la famiglia del presidente del Consiglio. Dopo la nostra ultima interrogazione ermege invece un quadro diverso e pare che se ne fossero accorti tanto da aver sospeso la garanzia e poi è stato invece, inspiegabilmente a mio parere, ridato il via libera". Donzelli parla anche di un altro aspetto: "Il padre di Luca Lotti è colui che ha firmato il mutuo e ha firmato il parere favorevole dicendo che l'azienda era in ottime condizioni. Il tutto è accaduto il giorno dopo l'assunzione di Luca Lotti alla segreteria del Comune di Firenze da parte di Matteo Renzi. Tra l'altro quello che imbarazza è che il mutuo firmato dal padre di Luca Lotti e da Tiziano Renzi era stato concesso a un'azienda femminile".