Cronache
Toghe, Saguto sospesa dal Csm. Aveva chiesto di andare a Milano
Sospensione dalle funzioni e dallo stipendio per Silvana Saguto, l'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Questa la decisione presa dalla sezione disciplinare del Csm che ha accolto le richieste di misura cautelare disciplinare avanzate dal Pg di Cassazione e dal ministro della Giustizia. La decisione della disciplinare e' giunta stamattina, a seguito dell'udienza a porte chiuse di venerdi' scorso, nella quale Saguto, difesa dall'avvocato Giulia Bongiorno, aveva respinto ogni addebito. Questa mattina Saguto e' a palazzo dei Marescialli, dove sono in corso le audizioni della prima commissione che ha avviato la procedura di trasferimento d'ufficio per cinque magistrati nell'ambito della pratica aperta sul 'caso Palermo'. Oltre a Saguto, la commissione ha convocato in audizione anche i giudici Lorenzo Chiaramonte e Fabio Licata.
Il "danno" connesso alle condotte contestate a Silvana Saguto, ex presidente della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, "e' tanto maggiore quanto piu' si consideri che l'abuso della funzione finalizzato a profitto proprio e della propria famiglia sia e' verificato in un ufficio storicamente impegnato nella lotta alla criminalita' organizzata e proprio per questa ragione considerato nel Paese un simbolo e un punto di riferimento della legalita'". Lo scrive la sezione disciplinare del Csm nell'ordinanza con cui ha disposto la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio per il giudice Saguto. "Nel giudizio complessivo - osserva il 'tribunale delle toghe' - confluiscono tutta una serie di episodi, da quello apparentemente piu' insignificante come il capo di abbigliamento ritirato in tintoria dalla scorta di polizia, a quello certamente piu' grave come la ricezione di somme di denaro, che appaiono unificati dalla strumentalizzazione a fini personali di una posizione di supremazia riconosciuta al 'munus publicum' nell'interesse della collettivita'. Se ne ricava in definitiva - continua la disciplinare - il convincimento che, anche in considerazione della reiterazione delle condotte in un lasso di tempo di ampiezza considerevole, non ci si trovi di fronte a singole, ancorche' ricorrenti, violazioni delle regole deontologiche che presiedono allo svolgimento dell'attivita' giurisdizionale, ma ad un vero e proprio sistema di condotte offensive unificate dalla consuetudine a vedere nell'esercizio dei pubblici poteri la premessa per il conseguimento di utilita' personali".
La sospensione dalle funzioni e dallo stipendio disposta per Silvana Saguto dalla sezione disciplinare del Csm ha come conseguenza lo stop della procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilita' ambientale gia' avviata nei confronti dell'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo dalla prima Commissione di Palazzo dei Marescialli. Saguto, a cui verra' corrisposto un assegno di mantenimento pari a un terzo dello stipendio, oggi si e' recata al Csm, dove era stata convocata in audizione dalla Prima Commissione, ma, con l'arrivo della decisione del 'tribunale delle toghe' sulla misura cautelare disciplinare richiesta dal pg di Cassazione e dal ministro Orlando, non e' piu' stata sentita e la procedura nei suoi confronti e' stata cosi' 'congelata'. Si sono invece svolte le altre audizioni previste, quelle dei giudici Lorenzo Chiaramonte e Fabio Licata, i quali, a quanto si e' appreso, hanno respinto qualunque ipotesi di 'anomalie' nelle loro condotte. I due magistrati hanno lasciato Palazzo dei Marescialli senza fare dichiarazioni. Entrambi hanno gia' chiesto al Csm il trasferimento 'in prevenzione', su cui dovra' pronunciarsi la Terza Commissione, previo parere della Prima. Per giovedi' mattina sono invece fissate le ultime due audizioni, quella del giudice Tommaso Virga, ex consigliere del Csm, e del pm Dario Scaletta: solo dopo averli sentiti la Commissione si avviera' alla conclusione della sue indagine.
Il tutto dunque pone anche uno stop alla sua richiesta di trasferimento a Milano. Già, perché mentre attorno a lei divampava l’inchiesta di Caltanissetta la Saguto aveva deciso di lasciare Palermo, possibilmente per raggiungere il capoluogo lombardo i cui uffici giudiziari sono già in grande movimento per l'addio di Bruti Liberati alla Procura fissato per il 16 di novembre. Tra la fine di settembre e i primi di ottobre, il magistrato antimafia Silvana Saguto ha infatti compilato due domande per diventare presidente di sezione o magistrato della corte d’appello a Milano mostrando una salda sicurezza nella sua innocenza. In un’intercettazione agli atti, Saguto si era tra l'altro mossa anche per il figlio chiedendo all’avvocato Seminara, amministratore dei più grossi patrimoni mafiosi a Palermo, di cercare un ristorante milanese dove far lavorare il figlio cuoco. Ma per il momento le sue ambizioni vanno in soffitta...