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Cronache
Tracce di vaiolo delle scimmie trovate nei testicoli di macachi convalescenti

I testicoli potrebbero essere il nascondiglio perfetto per il vaiolo delle scimmie. A dirlo i dati di una ricerca pubblicata su Nature Microbiology

Fino a oggi non esistevano prove del fatto che il vaiolo delle scimmie poteva installarsi all'interno dei testicoli, proprio come non esistevano prove della trasmissione della malattia attraverso il rapporto o il contatto sessuale. Ma oggi l'Istituto Medico di Ricerca sulle Malattie Infettive dell'esercito americano ha diffuso i risultati di una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Nature Microbiology.

I ricercatori hanno scoperto il virus all'interno dei testicoli di macachi "mangiatori di granchi", non solo macachi malati ma anche in alcuni esemplari in convalescenza, sopravvissuti al vaiolo. I macachi "mangiatori di granchi", conosciuti anche come macachi dalla coda lunga, sono originari del Sud-est asiatico. I ricercatori hanno studiato i loro tessuti e hanno trovato il virus all'interno dei loro testicoli, in particolare nelle cellule di Leydig, che producono testosterone, nei tubuli seminiferi, dove sono prodotti gli spermatozoi e nell'epididimo, il luogo dove gli spermatozoi giungono a maturazione. 

I ricercatori hanno trovato tracce della malattia anche nei macachi che avevano debellato il Vaiolo, ed erano in convalescenza. Infatti, nel resto degli organi degli animali non c'erano tracce del virus, mentre nei testicoli ne hanno trovate fino a 37 giorni dopo la prima manifestazione della malattia.  
Il ricercatore responsabile della ricerca, Xiankun Zeng, ha dichiarato: «I nostri dati forniscono prove che nei macachi il virus del vaiolo delle scimmie può essere presente nello sperma sia durante le fasi acute che di convalescenza».

Alla luce delle evidenze di questo studio, i ricercatori ammettono la realistica possibilità della trasmissione del virus attraverso lo sperma anche nell'essere umano in convalescenza. 


Il Vaiolo delle scimmie è un'infezione causata da un virus, che si può trasmettere tra animale e uomo.

Si tratta di una malattia caratteristica dell'Africa centrale e occidentale, conosciuta da più di 60 anni. 

Nell'ultimo anno, però, i ricercatori e gli studiosi si sono resi conto che il virus potrebbe trasmettersi, oltre che da animale a uomo, anche da uomo a uomo.

Proprio quello che è successo a una famiglia inglese che è stata in Nigeria: al ritorno a casa solo uno dei membri della famiglia era stato infettato ma, a distanza di 15 giorni, ha preso il virus anche un altro membro e dopo altre due settimane anche un terzo. 

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