Traffico di migranti e trasporto di jihadisti: chi è la fiorentina arrestata
La 55enne è sposata con un 28enne tunisino che trasportava migranti e potenziali jihadisti. Su facebook, selfie, cuoricini ed elogi a Virginia Raggi
Associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, e precisamente traffico di migranti fra cui potenziali jihadisti. Simonetta Sodi, 55enne fiorentina, è stata coinvolta nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Palermo sull’organizzazione che, dalla Tunisia, trasportava occultamente degli individui sulle coste siciliane (zona di Marsala) ed è stata fermata e condotta in carcere.
La storia della Sodi è particolarmente avvincente. Innamoratasi perdutamente di un giovane immigrato tunisino, il ventottenne Jabranne Ben Cheikh, lo aveva poi sposato diventandone - secondo gli inquirenti - la socia in "affari".
Ben Cheikh sarebbe stato a capo di una "gang" che si occupava di trasportare migranti a bordo di velocissimi gommoni dietro pagamento di migliaia di euro. Tali gommoni riuscivano ad arrivare dal Nordafrica alla Sicilia in meno di quattro ore, trasportando oltre ai migranti varie partite di sigarette di contrabbando.
Secondo l'articolo di Michele Bocci su La Repubblica, "la donna tra l’altro avrebbe portato il denaro necessario, 10mila euro, per acquistare un’imbarcazione".
Scrive ancora Michele Bocci: "Quando Jabranne Ben Cheikh è finito in carcere per una storia di droga, la Sodi lo ha sostituito in alcuni compiti, mantenendo i contatti con alcune delle persone finite nell’inchiesta. Quello che sarebbe diventato suo marito è finito a Sollicciano nell’ottobre del 2016 per traffico di stupefacenti. Era accusato di essere uno dei “re” dello spaccio di San Salvi. A marzo è stato condannato a 6 anni di reclusione e 30mila euro di multa".
Ad aggravare ulteriormente la situazione, secondo gli inquirenti, fra i migranti trasportati dall'organizzazione del giovane Jabranne, vi erano anche dei potenziali jihadisti, il che costituiva, come sostengono gli investigatori, una seria minaccia alla sicurezza nazionale "poiché, in grado di fornire ai suoi utenti un transito marittimo sicuro, occulto e rapido».
Michel Bocci su La Repubblica riporta: "I finanzieri spiegano che grazie a una intercettazione è stata ascoltata la conversazione tra un appartenente all’associazione a delinquere, Amine Ben Alaya, e uno dei potenziali passeggeri in attesa di imbarcarsi che ha manifestato il timore “oltre che di essere arrestato dalla polizia tunisina, anche di essere respinto dalle autorità di polizia italiane per ragioni di contrasto al terrorismo di matrice jihadista”.
Ma qual era il ruolo di Simonetta Sodi, specie dopo l'arresto del giovane marito? Secondo gli investigatori era tramite lei che il giovane riusciva a dare indicazioni per proseguire l’attività criminosa. Tanto che la donna “risulta aver svolto un ruolo fondamentale nel coadiuvare il marito nella direzione e promozione dell’organizzazione criminale investigata, operando attivamente nelle fasi di acquisto del gommone utilizzato per i traffici illeciti, del trasporto dei contanti utilizzati per la transazione e dell’intestazione del natante e del relativo posto barca, ed occupandosi della gestione dei natanti per conto del marito dopo l’arresto di quest’ultimo”.
La pagina facebook di Simonetta Sodi è un santuario dell'amore per il marito, con cuoricini, fedi nuziali, e post altisonanti conditi da parole affettuose. Peculiare l'ammirazione della 55enne per Virginia Raggi, una specie di esempio da emulare e da seguire. Una "grande donna", la definisce a più riprese, paragonando la Raggi a un "uragano" come ama dire di sé la Sodi - fan sfegatata della Fiorentina, di Fiorella Mannoia e del M5s, di cui condivide molti post, augurando anche che si abbattano fulmini su Matteo Renzi.
Ma in tutto questo amore per il M5s, e alla luce della sua storia e delle sue vicende personali, cos'avrà pensato la Sodi delle dichiarazioni di Luigi Di Maio sulle Ong, sui "taxi mediterranei" e sulla questione dei migranti? Sarebbe davvero interessante saperlo.