Un mese per non far chiudere l'acquario di Genova.Delfini depressi senza bimbi - Affaritaliani.it

Cronache

Un mese per non far chiudere l'acquario di Genova.Delfini depressi senza bimbi

Da inizio pandemia la struttura è rimasta aperta solo 5 mesi. I 100 dipendenti sono in cassa integrazione: "Non reggiamo più". La proprietà: "Niente ristori"

Un mese per non far chiudere l'acquario di Genova.Delfini depressi senza bimbi

Il Coronavirus non guarda in faccia a nessuno. Al lungo elenco delle aziende in difficoltà a causa della pandemia e delle chiusure, si aggiunge una struttura conosciuta in tutto il mondo: l'acquario di Genova che è in grande difficoltà economica, dovuta al prolungato lockdown. Il centro divertimento per grandi e piccini è rimasto aperto per soli 5 mesi nell'ultimo anno, ma richiede una continua manutenzione e come ovvio ha costi di gestione molto alti, anche se resta chiuso. È l’immagine del dramma -si legge sulla Stampa - che sta vivendo chi qui dentro di lavora. I cento dipendenti della struttura sono tutti formalmente in cassa integrazione, anche se gli addetti alla cura degli animali rientrano in servizio 3-4 giorni la settimana. Per chi non si occupa di animali questo posto è solo un ricordo risalente quando va bene a marzo, dieci giorni di finestra di riapertura al 25% della capienza abituale di visitatori, nella maggior parte dei casi a novembre 2020. "Da chiusa, questa struttura costa 500 mila euro al mese – spiega Beppe Costa, presidente di Costa Edutainment – così, senza aver ricevuto ristori, a differenza di molte altre aziende che fanno turismo e intrattenimento, riusciremo a reggere ancora maggio e giugno. Non di più".

Goccia, Sole, Luna e gli altri delfini - prosegue la Stampa - si sono accorti che l'edificio è chiuso. "Sono abituati a correre lungo una vasca seguendo un bambino - spiega Erika Esposti, curatrice del settore Mammiferi marini - ci accorgiamo che sentono la differenza quando arriva qualcuno che non conoscono davanti alla vasca. Iniziano a curiosare, com’è nella loro natura. Non significa che soffrano della mancanza del pubblico. Ma la sentono". Per risparmiare energia elettrica, i corridoi non vengono illuminati da tempo, e la sensazione è di una certa oppressione, un lockdown fisico che serpeggia tra gli ambienti e opprime gli animali.