Cronache

Unioni civili, il Papa tirato per la giacchetta: esplode la polemica

Il tema infiamma la rete: sui social sono cominciate discussioni anche molto animate

Stanno accadendo strane cose, giornalisticamente parlando. In seguito alla presentazione alla Festa del Cinema di Roma di un documentario con alcune interviste in cui il Pontefice auspicava l’approvazione di una legge sulle unioni civili, siti, grandi quotidiani e TG hanno trattato l’argomento come se fosse un argomento di attualità, con titoli come “Il Papa apre ai gay”, “Si alle unioni civili”, “Il Papa: i gay hanno diritto a una famiglia” e via di questo passo. Sui social sono cominciate discussioni anche molto animate, nelle quali abbiamo visto molto presente il Prof. Alberto Contri, docente di Comunicazione Sociale all’Università IULM.

Prof. Contri, cosa l’ha spinto a partecipare attivamente a questo dibattito, ponendosi spesso in mezzo ad un fuoco incrociato?

Io sto sui social come osservatore attivo, spesso creo io stesso un dibattito, cercando di introdurre degli elementi di metodo, soprattutto quando vedo, come in questo caso, dispiegarsi grandi strumentalizzazioni da un lato e aggressività difensive dall’altro.

Cosa la ha colpita innanzitutto?

Che grandi quotidiani come la Repubblica e il Messaggero, citando alcune frasi tratte dalle vecchie interviste fatte al Papa, citassero le Unioni Civili come un istituto ancora da approvare e che il Papa fortemente auspica. Altri hanno dato ad intendere che il Papa abbia voluto andare oltre con l’approvazione addirittura delle famiglie omogenitoriali. Fatto che ha scatenato i cattolici cosiddetti conservatori, e amareggiato e stupito i sinceri cattolici che ben conoscono il magistero della Chiesa e si sono sentiti spiazzati.

Insomma, pare tutto un grande equivoco.

Sinceramente mi è parso un equivoco creato ad arte, inseguendo il filone politically correct che con la scusa della parità di diritti e della non discriminazione, sta in realtà cercando di imporre ovunque l’ideologia gender, che invece il Papa condanna duramente, come ho documentato nel mio recente saggio La sindrome del criceto (ed. La vela 2020): “Papa Francesco viene sempre citato quando sostiene con forza la dignità e il diritto a non essere discriminati di quanti non si sentono rappresentati dal loro sesso biologico, ma è bellamente ignorato quando mette in guardia contro i pericoli derivanti dall’ideologia gender. Il paragrafo 56 dell’esortazione apostolica Amoris laetitia, stilata il 19 marzo 2016, recita: L’ideologia gender nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina”. In un recente libro intervista ha recentemente affermato che “il gender è la forma più specifica con cui il male si manifesta oggi”.

I grandi media si stanno prendendo grandi responsabilità, secondo lei?

Direi proprio di sí, perché su molti argomenti mi paiono schierati a prescindere, anche nella censura, come è successo per la manifestazione delle associazioni contrarie alla legge sull’omofobia. Persino dove dovrebbe intervenire da solo l’algoritmo…Cercando sabato scorso alle 19 su Google News delle notizie sulla manifestazione di cui sopra, comparivano undici news dedicate a piccoli eventi arcobaleno anche dei giorni passati e una sola citazione di Avvenire che parlava di manifestazione riuscita, con una foto che mostrava le oltre mille persone ben distanziate. By the way, le foto che accompagnavano le altre news mostravano poche persone, anche cinque o sei…Ma alla fine erano 11 a 1 (e dieci non erano di quel giorno!).

Come si fa oggi secondo lei a non cadere in questa rete di deviazioni o di censure?

Bisogna armarsi di pazienza, e arrendersi al fatto che giornali e tg  un tempo autorevoli stanno perdendo credibilità. E cercare le fonti: onore al merito ad esempio, per l’onestà intellettuale, al sito di Gaynews, che il 28 maggio 2019 riportava una intervista fatta all’emittente Televisa, in cui il Papa chiariva molto bene il suo pensiero: grande rispetto e accoglienza nella comunità cristiana per gli omosessuali, nessuna possibile confusione tra unione civile e matrimonio. Confusione che invece oggi è alimentata dai grandi media.