Cronache
Vaticano, il piano segreto dei conservatori: portare Bergoglio alle dimissioni
La voce: esiste una strategia per stressare Papa Francesco e spingerlo alle dimissioni come il predecessore. Ecco chi c'è dietro padre Georg
Dietro Padre Georg anche Burke, Broglio e Muller. I protagonisti della faida vaticana
Esiste un piano segreto "per stressare il pontificato per arrivare alla rinuncia di Francesco, contando su un progressivo indebolimento del santo padre e su scelte dottrinali che creano sacche di malcontento da enfatizzare e raccogliere". Lo si legge oggi su La Stampa in un articolo a firma di Gianluigi Nuzzi, che cita le parole di "un navigato cardinale italiano, fine conoscitore della curia romana dai tempi di Wojtyla", il quale aggiunge: "Gli oppositori di Francesco sono consapevoli che oggi rappresentano una minoranza, quantomeno ai posti di comando. Hanno bisogno di tempo sia per conquistare consensi sia per indebolire Bergoglio. Per questo si muovono su più livelli".
Secondo quanto si legge nell'articolo de La Stampa, "chi nell’ombra trama per ostacolare le mosse del papa, incrinando ad esempio le potenziali candidature forti al vertice della Congregazione per la Dottrina della Fede o della Conferenza episcopale italiana, chi pubblicamente crea tensione e scompiglio sugli indirizzi teologici come monsignor Georg Ganswein, il segretario di Ratzinger che, consapevolmente o inconsapevolmente, in libri e interviste ha valorizzato distanze e fratture tra i due papi, andando frontalmente contro il gesuita argentino".
Secondo Nuzzi, dietro padre Georg si muovono altre figure più o meno influenti. Tra questi Raymond Burke, creato cardinale da Benedetto XVI è uno degli esponenti più conservatori del collegio cardinalizio e patrono dell’Ordine di Malta. Ma anche Timothy Broglio, Presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, conservatore e scettico nei confronti del pontificato di Francesco. E infine Gerhard Ludwig Muller, Cardinale amico di Ratzinger e suo successore alla Congregazione per la Dottrina della Fede, poi non rinnovato da Francesco.
Sempre a la Stampa, l'arcivescovo Vincenzo Paglia dice: “I contrasti hanno sempre fatto parte della storia della Chiesa ma la vera sfida è la riflessione sul Cristianesimo del XXI secolo” e sostiene che la migliore risposta alle trame contro il Papa sia quella del silenzio.