Via D'Amelio, il Csm indaga sui pm (tra cui Di Matteo) del caso Scarantino
Il Csm riapre il caso Scarantino
Borsellino: Csm, su caso Scarantino si attende deposito sentenza
Il Csm attende il deposito della sentenza Borsellino quater, per leggerne le motivazioni, prima di decidere se disporre l'apertura di una pratica in Prima Commissione per fare chiarezza sul 'depistaggio Scarantino' e verificare eventuali irregolarita' compiute dai magistrati che seguirono la collaborazione del pentito con la giustizia. A quanto si apprende, infatti, il Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli acquisira', non appena saranno depositate, le motivazioni della Corte d'assise di Caltanissetta: solo dopo, esaminera' la richiesta, presentata dal togato di Autonomia&Indipendenza Aldo Morgigni, di avviare un''inchiesta' in Prima Commissione, competente sui trasferimenti d'ufficio per incompatibilita'.
La figlia di Borsellino: "Fare luce sull'operato dei pm"
"Troppe anomalie", ha ribadito questa mattina Fiammetta Borsellino, intervistata da Radio Uno, nella trasmissione “La radio ne parla”. "Il nostro obiettivo è cercare la verità su quanto accaduto, fare luce sull’operato dei magistrati all’epoca in servizio alla procura di Caltanissetta, Giovanni Tinebra, Carmelo Petralia, Anna Maria Palma, Nino Di Matteo, quest’ultimo arrivato nel novembre 1994. Bisogna fare luce anche sull’operato dei poliziotti del Gruppo d’indagine sulle stragi Falcone e Borsellino, tutti hanno fatto una brillante carriera". La figlia del giudice Paolo tiene a precisare: "Una parte del mondo giornalistico ha voluto semplificare il senso delle mie denunce riducendo tutto a un alterco fra me e il dottore Di Matteo. Una semplificazione che fa comodo a qualcuno che si nasconde nell'ombra. Una semplificazione che distoglie l’attenzione sul nostro urlo di dolore, ben più alto. Vogliamo addivenire a una verità che non sia qualsiasi, vogliamo trovare le ragioni della disonestà di chi questa verità doveva trovarla".