Cronache
Virus letale dall'oriente. La Mers attacca l'Europa
Ora anche l'Europa teme il contagio da Mers. Un 65enne e' morto in Germania per una malattia polmonare conseguente all'infezione da Sindrome Respiratoria del Medio Oriente, un coronavirus 'cugino' della Sars che ha gia' causato 19 vittime in Corea del Sud. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita', la Mers ha un tasso di mortalita' di circa il 35%; al momento non esiste vaccino.
L'uomo aveva probabilmente contratto il virus durante una visita ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, ed e' deceduto in un ospedale della Bassa Sassonia il 6 giugno. Il suo, come precisa il Centro Europeo per la Prevenzione e Controllo delle Malattie di Stoccolma, e' il primo caso di contagio da Mers nell'Unione Europea quest'anno. Un altro caso si era registrato nella seconda meta' del 2014. "Il fatto che questo paziente sia morto non cambia la nostra valutazione del rischio per l'Europa, che rimane basso", ha commentato il portavoce Romit Jain. Il 65enne si era recato nel mese di febbraio negli Emirati Arabi, dove - secondo le autorita' sanitarie tedesche - ha probabilmente contratto il virus durante una visita in un mercato di animali. La Mers, infatti, sembra venga trasmessa dai cammelli e, non a caso, era stata identificata per la prima volta nel 2012 in Arabia Saudita.
L'uomo e' stato ricoverato e posto in quarantena nell'ospedale della citta' di Ostercappeln, nella Bassa Sassonia. E' riuscito a superare l'infezione ma, poco dopo, ha sviluppato la malattia polmonare che lo ha condotto alla morte.
Le autorita' sanitarie tedesche assicurano che le persone venute in contatto col paziente non hanno contratto il virus. "Abbiamo condotto esami su 200 persone e nessuna e' risultata positiva alla Mers", ha reso noto il ministro della Sanita' della Bassa Sassonia, Cornelia Rundt. "L'esempio della Corea del Sud indica, tragicamente, che una gestione coordinata di questo tipo e' assolutamente cruciale", ha sottolineato.
In Corea i casi di contagio -finora- ammontano a 154 ma quasi la meta' si sono tutti sviluppati in un unico ospedale, il Samsung Medical Centre di Seul, dove le autorita' hanno tardato ad applicare le necessarie misure di isolamento dei malati.
IL VIRUS. il virus della MERS è stato definito nelle prime ricerche come un virus “SARS-simile” o “virus della SARS Arabica”, quindi con caratteristiche paragonabili a quello che causa la Sindrome Acuta Respiratoria Grave, una forma di polmonite rilevata per la prima volta nel 2002 nel Guangdong in Cina. Trascorrono 12 giorni dal contagio prima che diventino evidenti i primi sintomi. Il coronavirus causa inizialmente problemi simili a quelli dell’influenza, con febbre, brividi, dolori muscolari e in alcuni casi dissenteria. Quando l’infezione progredisce si hanno problemi a carico del sistema respiratorio, che nei casi più gravi può portare alla necessità di ricorrere alla ventilazione meccanica per tenere in vita i pazienti. Il virus della MERS può anche causare un’insufficienza renale acuta, cosa che compromette ulteriormente il quadro clinico del paziente.
IN ITALIA. Nel 2013 c’è stato un primo caso di MERS a Firenze di un 45enne straniero, ma residente nel nostro paese, che era rimasto in Giordania per più di un mese con la famiglia, stando a contatto con uno dei suoi figli che sembra soffrisse di una forma influenzale di qualche tipo. Il paziente fu ricoverato con febbre alta, tosse e insufficienza respiratoria. In seguito furono riscontrati altri due casi di MERS in persone che avevano avuto contatti diretti con il primo paziente: una sua figlia di due anni e un collega di lavoro. I tre pazienti superarono la malattia senza particolari complicazioni e, per precauzione, furono tenute sotto sorveglianza circa 60 persone tra personale medico e inservienti delle strutture sanitarie dove erano stati effettuati i ricoveri.
PREVENZIONE. Evitare contatti diretti con le persone infette, lavarsi di frequente le mani e per almeno 20 secondi, evitare di toccarsi il viso con le mani non lavate, tossire e starnutire nel braccio e non nelle mani.