Cronache
Zelensky a Sanremo? La sua sovraesposizione rischia di nuocere all'Ucraina

Il presidente ucraino cerca di catalizzare empatia, in una fase difficilissima, ma questo martellamento comunicativo può risultare controproducente
Zelensky al Festival di Sanremo può essere un autogol
La presenza di Zelensky a Sanremo fa discutere preventivamente. Strano, perché la politica non è certo nuova a comparsate al Festival della Canzone. Lo stesso Salvini, oggi contrario all'ospitata del presidente ucraino, suscitò polemiche presentandosi all'Ariston con l'allora compagna Elisa Isoardi. E se tra il pubblico è lecita qualunque esibizione di status, non di raro il palcoscenico ha ospitato prese di posizione chiaramente politica, con special guest come Gorbaciov e anche Bono degli U2: quest'ultimo, più che per cantare, aveva utilizzato la popolarità dello spettacolo per promuovere la campagna “Cancella il debito” in favore dei paesi poveri.
Non c'è nulla di nuovo e nemmeno di male nel veicolare messaggi attraverso format di grande successo: succede con altre trasmissioni televisive, ma anche con il calcio e con qualunque evento capace di attrarre l'attenzione mediatica. Per questo non mi scandalizza l'ennesimo comizio di Zelensky, ma francamente lo trovo fuori luogo.
Ne faccio una questione tecnica, di misura: il concretissimo rischio che corre il leader ucraino è quello della sovraesposizione, di esagerare a fare capoccella ovunque, dai Grammy Awards alla copertina di “Vogue”, passando dai Golden Globe. Il rischio è di vederselo apparire anche al videocitofono e questo può risultare controproducente, per chi vuole catalizzare l'empatia del popolo europeo nei confronti della martoriata Ucraina.
Ovviamente il suo scopo è più comprensibile, persino nobile, ma la ripetitività dello strumento è un errore in se, specialmente in un momento nel quale il nuovo invio di armi, sempre più pesanti, ci rende tutti sempre più coinvolti e preoccupati da questa guerra, le cui spese vedono la maggioranza degli italiani nettamente contraria. Non amo i veti, in generale, ma se fossi amico di Zelensky gli consiglierei di lasciare perdere. Meglio un videomessaggio prima del Festival che l'ennesima incursione: da un punto di vista squisitamente comunicativo, questo martellamento gli si rivolgerà contro.