Culture

A Torino Modigliani e i compagni di strada della Ville Lumière

di Simonetta M. Rodinò


E' la Parigi d'inizio secolo, dove Amedeo Modigliani giunge nel 1906, anno in cui Cézanne muore e Picasso dipinge "Les Demoiselles d'Avignon". La Parigi libera, madre della vita moderna e delle contraddizioni, crocevia d'idee e di artisti: esuli sognanti, nutriti da profonde speranze, noncuranti dei disagi e della povertà, ma spesso catturati dalla nostalgia della propria terra. Intorno al grande artista livornese ruota l'affascinante mostra "Modigliani e la Bohème di Parigi", fino al 19 giugno alla GAM di Torino. Novanta opere, di cui 60 provenienti dal Centre Pompidou di Parigi, raccontano influenze e amicizie che legarono "Modì" agli altri protagonisti di quel periodo, Brancusi, Soutine, Utrillo, Jacob, Chagall, Gris, Marcousiss, Survage, Picasso, Severini…e il contesto artistico in cui operarono, con il contorno della "École de Paris" - formata dai personaggi che crearono la leggenda di Montmartre e poi Montparnasse -.

Ecco dunque Modì 22enne a Parigi, elegante e dalla bellezza regale nel suo abito di velluto e il foulard annodato con studiata noncuranza.  Entra subito in contatto con i seguaci dell'avanguardia, ma è uno dei pochi che ha seguito e guardato la nuova pittura e non se n'è servito: alle sue spalle ci sono la grande tradizione italiana e il lirismo della pittura senese. La rassegna, prodotta da Mondo Mostre Skira in collaborazione con il Centre Pompidou, si articola in 5 segmenti di cui il primo è dedicato allo stile inconfondibile dalla fluidità del segno e della linea di Modigliani: figure assottigliate, malinconia di origine ebraica delle teste inclinate, stesura interrotta, posa dei personaggi ritratti con spesso l'intrecciarsi delle mani e i suoi nudi così sensualmente schietti.  Poi quei ritratti impassibili e solitari che ci accompagnano lungo il percorso della mostra. Ritratti che hanno caratteri topologici ricorrenti: colli allungati, nasi diritti ed egualmente lunghi, occhi a mandorla e dalle orbite spesso vuote o riempite da un azzurro struggente. Dal capolavoro giovanile "La mendicante", in cui la tristezza del volto è coronata da un fondo cupo e silenzioso alle tele e disegni, alcuni leggeri e quasi segnati con la punta dell'aria, ma sempre con una forte intensità espressiva, in cui ritrae gli amici pittori; dai quadri che raffigurano conoscenze occasionali incontrate nei caffè, prostitute e ballerine, che si prestano a fare da modella, ai dipinti che dedica all'ultimo amore, Jeanne Hébuterne.  Una sezione è incentrata sulla scultura - che egli deve abbandonare per il precario stato di salute - : le sue opere si confrontano con quelle straordinarie dell'amico Constantin Brancusi, la cui lezione fu molto importante per i suoi approcci "primitivisti".

 Il terzo segmento documenta la "Vie de Bohème", la vita da scapestrati che conducono, tra caffè, alcool e droga. Tra i lavori, due meravigliose vedute parigine, dalle facciate bianche, di Utrillo e una tela di Chagall. Non manca il capitolo della rivoluzione cubista, di cui Modigliani condivide solo il processo di geometrizzazione che lo porta a destrutturare il tratto. "Ritratto di Dédie" del 1918, è il capolavoro del maestro "maledetto"che introduce l'ultima sezione "Il nuovo umanesimo nella Scuola di Parigi", con tele di Max Jacob, Sonia Delaunaye, SusanneValadon, Jules Pascin…
Modigliani andò a dipingere il sogno di Parigi e il ritratto dei suoi sognatori. Il suo passaggio fu breve. La sua vita estrema e dalle tinte forti si esaurì a 35 anni. Il giorno dopo Jeanne, incinta del loro secondo figlio, si gettò dalla finestra. Il grande artista degli eccessi e insieme fragile, con l'ossessivo e sconfinato amore per la cultura e la bellezza, non finirà mai di sedurci.


"Modigliani e la Bohème di Parigi"
GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea -  via Magenta 31 -  Torino
Durata: fino al 19 luglio 2015
orario: martedì?domenica 10.00?19.30
ingressi: intero €12 ? ridotto €9  
info?line: 011/08811
Catalogo: Skira
www.modiglianitorino.it