Culture
Arte/ A Milano grande antologica dedicata a Marc Chagall, pittore dell'anima






di Simonetta M. Rodinò
Chagall e il suo mondo immaginario: una costellazione di figure in cui l'essere umano e l'animale - rabbino, violinista, ebreo errante, gatto, gallo, asino… - sembrano confondersi e dove gli oggetti, con tutto il loro valore simbolico, fluttuano in uno spazio che racchiude in sé vita reale ed esistenza onirica. All'artista russo, naturalizzato francese, mancato 87enne in Francia, è dedicata l'esemplare mostra "Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985", da domani a Palazzo Reale di Milano: oltre 220 opere provenienti dai maggiori musei del mondo, come il MoMa, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo Nazionale Russo di S. Pietroburgo, il Centre Pompidou, oltre a 50 collezioni pubbliche e private.
La rassegna si snoda lungo quindici sale del Palazzo e si articola cronologicamente in sezioni che ripercorrono l'iter artistico: degli esordi in Russia al primo soggiorno francese, dal successivo rientro in Russia fino al 1921 al breve periodo a Berlino, dal secondo soggiorno in Francia agli anni '40, in America, fino al rientro definitivo in Costa Azzurra, dove morirà nel 1985.
Già dagli inizi Chagall tende alla deformazione espressiva della realtà, in contrasto con il naturalismo virtuosistico della pittura russa di fine Ottocento. Nel periodo trascorso a San Pietroburgo (1906-1910), le ampie superfici delle tele su cui stende pochi colori senza mischiarli, nell'ottica di valorizzare l'effetto cromatico, derivano dagli insegnamenti del maestro della scuola d'arte, della città, più moderna e aperta agli stimoli dei linguaggi europeo e francese.
E sarà proprio nel suo primo soggiorno parigino che l'artista, frequentatore delle gallerie più prestigiose, ma soprattutto del Louvre, fonderà i ricordi della cultura russa ed ebraica con le sollecitazioni delle avanguardie: la tavolozza risente dell'influenza fauve - violenza dei colori, assenza di ombre e luci, prospettiva appena accennata, di Van Gogh e dei cubisti.
Per tutta la sua carriera, pur attraversando le diverse correnti di linguaggio, manterrà sempre comunque la sua cifra stilistica. La sua opera affascina e insieme inquieta, perché non è così immediato decodificare i suoi messaggi; vi è sempre qualcosa che sfugge. Nel suo immenso labirinto di simboli, Chagall propone continue metafore che esprimono il suo modo di pensare in modo spesso cifrato. La dimensione simbolica si accresce nei dipinti realizzati al suo ritorno alla città natale di Vitebesk: ecco la serie degli ebrei - in mostra, tra gli altri, "Ebreo in rosso" - e quella degli amanti. E' di questi anni la tela "La passeggiata", inno alla gioia e all'amore: vi sono raffigurati una giovane donna, la prima moglie Bella, che vola felice come un angelo e tiene per mano il pittore, in un'atmosfera onirica e trascendente. Quindi sogno e realtà, ma non solo. Memoria e grande capacità di mescolare culture e religioni diverse, pur rimanendo sempre fedele al suo credo.
La sezione "Marc Chagall e la Bibbia", da domani al Museo Diocesano di Milano, ospita 60 tra dipinti, gouaches, tra queste 22 preparatorie inedite, acqueforti, sculture e ceramiche, che l'artista dedicò al messaggio biblico. Un approfondimento sulle riflessioni sulla spiritualità dell'uomo e sui rapporti tra Chagall e la Bibbia.
Museo Diocesano - c.so Porta Ticinese 95 - Milano
17 settembre -1 febbraio 2015
Infoline: 02.89420019
www.museodiocesano.it
"Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985
Palazzo Reale - Piazza Duomo - Milano
17 settembre -1 febbraio 2015
Infoline: 02/54911
www.mostrachagall.it