Culture
Collezionismo d’arte, a Verona inaugura la casa museo di Palazzo Maffei
La casa museo Palazzo Maffei nasce dal restauro, tra antico e moderno, dell’edificio seicentesco ubicato a piazza delle Erbe, nel centro storico di Verona
Nasce a Verona un nuovo punto di riferimento per gli amanti dell'arte, un percorso eclettico tra capolavori e curiosità che attraversano più di cinque secoli, accomunati da una caleidoscopica passione collezionistica. Lo ha voluto fortemente l’imprenditore Luigi Carlon, cavaliere del lavoro dal 2012, fondatore di Index Spa, azienda leader per la produzione di prodotti per l’edilizia. La casa Museo Palazzo Maffei, che nasce a seguito di un importante iter di restauro del palazzo seicentesco del centro cittadino, accoglierà oltre 350 opere, tra antico e moderno, che attraversano più di cinque secoli di storia dell’arte, tra pittura, scultura, arti applicate e architettura. Nella nuova sede espositiva sarà possibile ammirare i capolavori della pittura veronese, ma anche dell’arte moderna e contemporanea ed i grandi maestri del XX secolo: da Picasso a De Chirico, da Mirò a Kandinskij, da Magritte a Fontana, Burri e Manzoni. Palazzo Maffei sorge nella storica piazza delle Erbe, uno dei più scenografici e noti palazzi seicenteschi della città, con la sua facciata barocca ora risplendente dopo il restauro, l'imponente scalone elicoidale autoportante, gli stucchi e le pitture murali del piano nobile; Dal 15 febbraio, giorno di apertura al pubblico, sarà possibile ammirare una raccolta d'arte di grande interesse che spazia dalla fine del Trecento fino ad oggi, frutto di oltre cinquant'anni di passione collezionistica di Luigi Carlon. Il progetto architettonico e allestitivo è opera dello studio Baldessari e Baldessari e da un'idea museografica di Gabriella Belli, con contributi scientifici di Valerio Terraroli e Enrico Maria Guzzo. La proposta e il percorso sono sorprendenti, con oltre 350 opere, tra cui quasi 200 dipinti, una ventina di sculture, disegni e un'importante selezione di oggetti d’arte applicata (mobili d'epoca, vetri antichi, ceramiche rinascimentali e maioliche sei-settecentesche, ma anche argenti, avori, manufatti lignei, pezzi d'arte orientale, rari volumi) e con una scelta espositiva dalla "doppia anima". Nella prima parte connotata dagli affacci sulla piazza, si privilegia il dialogo con gli ambienti del piano nobile del palazzo a ricreare l'atmosfera di una dimora privata, ma anche il senso di una wunderkammer e di una sintesi tra le arti, con nuclei tematici d'arte antica in cui irrompe all'improvviso il dialogo con la modernità; nella seconda parte, dedicata al Novecento e all'arte contemporanea, si è invece voluta creare una vera e propria galleria museale, ove spiccano molti capolavori, si scorge la passione per il Futurismo e la Metafisica e s'incontrano alcuni dei massimi artisti del XX secolo: Boccioni, Balla,Severini, ma anche Picasso e Braque; de Chirico, Casorati e Morandi accanto a Magritte, Max Ernst, Duchamp. E ancora Afro, Vedova, Fontana, Burri, Tancredi, De Dominicis, Manzoni e molti altri. Per Carlon, da sempre appassionato collezionista, le opere raccolte negli anni sono racconti di vita, gesti d'amore, testimonianze di quella sensibilità unica e singolare che egli ha colto negli artisti fin da giovane e dalla quale è stato affascinato e colpito. La collezione contiene molti nuclei significativi, che testimoniano l’organicità delle acquisizioni, mentre l’interesse per la storia artistica veronese rappresenta un elemento di forte valore identitario della raccolta d’arte antica che vanta una sorta di compendio di storia dell’arte del territorio scaligero, con opere tra gli altri di Altichiero e Liberale da Verona, Nicolò Giolfino, Zenone Veronese, Bonifacio de’ Pitati, Antonio e Giovanni Badile, Felice Brusasorci, Jacopo Ligozzi, Alessandro Turchi, Marc’Antonio Bassetti, Antonio Balestra, Giambettino Cignaroli. Dalla visione privata, dall'intimo della residenza quotidiana, questo patrimonio d'arte diventa ora ricchezza condivisa con la città e con il pubblico, in un edificio fortemente simbolico come è appunto Palazzo Maffei, il cui nucleo originario tardo-medievale sorge nell’area del Capitolium, il complesso votivo dedicato alla Triade Capitolina, costruito quando Verona divenne municipio romano (49 a.C.), di cui nei sotterranei del palazzo restano ancora le evidenze. Oltre il portone di Palazzo Maffei, inizia ora una nuova avventura dell'arte: si apre uno scrigno, si racconta una passione.