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Culture
Libri, benvenuta primavera: la top 5. Recensioni, nuove uscite e audiolibri

5)  Tutto è meraviglia di Ann Napolitano (Mondadori)

L’ultimo libro che vi consigliamo, Tutto è meraviglia, è a firma di un’autrice tra le più amate nel mondo: Ann Napolitano, in Italia edita da Mondadori. È appena uscito nelle librerie il suo ultimo lavoro, che questa volta trae spunto da una storia a tutti noi ben nota: Piccole donne di Louisa May Alcott. L’ispirazione arriva da lì, tuttavia a nostro parere non si può considerare un vero e proprio retelling, in quanto la Napolitano crea un racconto del tutto nuovo, con personaggi diversi e soprattutto al passo con i tempi. Protagonisti di questo affresco familiare alquanto stravagante sono William Waters – l’unica figura maschile di rilievo – e le sorelle Padavano: Julia, Sylvie, Cecelia ed Emeline. Ognuna di loro ha la propria personalità e un talento o interesse specifico, proprio come le Piccole donne della Alcott, ma qui la sintonia del periodo giovanile, l’unione, il legame di affetto e sorellanza viene messo a dura prova da tradimenti, gelosie, delusioni, ostacoli inattesi, segreti nascosti che tornano a galla: insomma, dalla vita che non è mai perfetta ed edulcorata come quella di un romanzo.

Tutto è meraviglia
 

Anche per la Napolitano, come per Lisa See, galeotta è stata la pandemia. Isolata in casa, si è ritrovata a scrivere pagine su pagine, volendo questa volta sondare il tema della famiglia allargata e numerosa, non tradizionale. “Ho un fratello e una sorella e la mia migliore amica, quella con cui sono cresciuta, ha una madre che aveva sei sorelle, una grande famiglia italo-americana. Le sorelle Padavano nascono così – ha raccontato l’autrice in un’intervista a La Stampa – Essere sorelle di sangue è già speciale, ma loro scelgono anche di amarsi e quando succede è davvero magico, è ciò che inseguiamo attraverso la letteratura”. Dunque un’idea che prende spunto dall’esperienza personale e rende quindi questa storia in qualche modo anche un racconto biografico, pur con tutta la fantasia del caso; allo stesso tempo c’è il rimando letterario a Piccole donne, che però la Napolitano ammette di aver collegato al suo lavoro soltanto dopo essere arrivata a pagina 70. D’altra parte, si tratta pur sempre di un libro che è stato un pilastro fondamentale nella costruzione della personalità dell’autrice, influenzandone profondamente stile, tematiche e scrittura.

Si tratta quindi in prima istanza di un romanzo famigliare, che indaga le relazioni tra esseri umani imparentati tra loro (che sia per sangue o per scelta); ma è anche una riflessione sulla capacità di amare e sull’importanza che l’educazione all’affettività ricopre per le persone, specie nella società contemporanea. William è l’esempio del ragazzino a cui è mancato l’amore e il sostegno dei propri genitori: nonostante per un certo periodo egli tenti una “correzione” trovando un significato e un posto per sé nella famiglia Padavano – soprattutto nel legame con Julia, che poi sposa –, il suo passato non può sparire e per questo a un certo punto rischia di incrinare i rapporti dell’intera famiglia. “In generale penso che ci portiamo sempre dietro i drammi della nostra infanzia, ma spesso la maggior parte di noi si evolve, apporta cambiamenti, riconosce quali sono i problemi e prova a risolverli nel modo più funzionale. Altre volte invece questo non succede, e come idea narrativa la trovo interessante” spiega ancora la Napolitano a proposito dei temi che affronta in Tutto è meraviglia. Concludendo, possiamo definirla una storia che ha molto di psicologico, di relazionale, di sentimentale. Un mix di ingredienti che all’estero lo ha fatto subito balzare in testa alle classifiche e persino scegliere come libro del mese per il bookclub più famoso del mondo: quello di Opra Winfrey. Non sarà di certo da meno per il pubblico italiano.

Lo consigliamo perché: è un romanzo ricco di spunti di riflessione, veritiero, audace, che si legge con molto piacere, ma non ci lascia andare facilmente una volta chiusa l’ultima pagina. E la Napolitano è ormai un fenomeno letterario della nostra epoca.  






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