Culture
Da Garrone a Ozpetek, una rassegna cinematografica sui linguaggi delle città
Cinema e architettura sui fenomeni che oggi caratterizzano i centri urbani. Cardone: "E' una semantica ricorrente che si serve di metafore e allegorie"
Una lettura semantica dell’architettura della città attraverso la scenografia cinematografica. È’ l’obiettivo scientifico della sesta edizione della rassegna di “Cinema, Città e Architettura”, ideata e promossa dal Crie, il Centro di ricerca sulle istituzioni europee dell’Università Suor Orsola Benincasa, diretto da Francesco De Sanctis.
Tema dell'edizione 2020 è “Il linguaggio della città”, rassegna organizzata anche quest’anno in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi Federico II diretto da Michelangelo Russo, che insieme con il rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro, e il direttore del Crie, Francesco De Sanctis, aprirà il primo incontro fissato per domani in diretta streaming su www.facebook.com/unisob, come per ogni appuntamento della rassegna.
Si partirà con gli ‘spettri’ della scenografia tetra di Castel Volturno raccontati da Matteo Garrone in Dogman per discutere anche del ‘miraggio’ del progetto “Villaggio Coppola” insieme con Orazio Carpenzano, direttore del Dipartimento di Architettura e Progetto dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”
“Molti neologismi -spiega Daniela Cardone, coordinatore scientifico della rassegna- denotano oggi i fenomeni urbani che caratterizzano la città: città globali, spreadcity, smartcity, simulacri, patchwork urbani, ecc. È una semantica ricorrente che si serve di metafore e allegorie per fare riferimento a eventi geografici, storici, sociali e politici che provocano, in diverse fasi di generazione e ri-generazione, un continuo sovrapporsi di 'rivoluzioni urbane'. Con le nostre riflessioni vogliamo allora pensare ad un linguaggio della città come ad un linguaggio che ci descriva e ci connoti la città. E lo faremo con un’analisi attraverso gli spezzoni di film, in cui la città, come testo e come narrazione, ci svelerà segni, funzioni e significati”.
Tra gli appuntamenti più significativi della rassegna quello di mercoledì 18 novembre con l’omaggio ad un grande maestro del cinema e della televisione: Ugo Gregoretti (scomparso lo scorso anno) che è stato docente per lunghi anni al Suor Orsola contribuendo alla nascita della Torre della Comunicazione che proprio quest’anno ha inaugurato il nuovo corso di laurea magistrale in “Scienze dello spettacolo e dei media. Linguaggi, Interpretazione e Visioni del Reale (LIVRe)”. Il suo documentario del 1976 “Vientos del Pueblo. Gli Inti-Illimani nel Sannio e nel Matese”, presentato dal sociologo Davide Borrelli, sarà l’occasione per discutere di street art e creatività urbana con la presentazione del lavoro del Centro Studi sulla creatività urbana dell’Università Suor Orsola Benincasa diretto da Luca Borriello.
Brazil di Terry Gilliam e Homo Urbanus di Ila Bêka e Louise Lemoine saranno i film che guideranno, invece, le riflessioni di martedì 24 novembre su città ed apparati burocratici (con l’intervento di Andrea Maglio, professore di Storia dell'Architettura alla Federico II e di giovedì 10 dicembre su città e cittadinanza (con l’intervento di Orfina Fatigato, docente del Laboratoire de recherche Acs, Ecole nationale supérieure d'Architecture Paris Malaquais).
Gran finale mercoledì 16 dicembre con “Napoli velata” di Ozpetek per discutere di città reale ed immagine mediatica della città con l’economista Roberto Cirillo ed i sociologi Sergio Marotta e Luigi Sica.