Catena Fiorello: "La storia della mia famiglia, che ha superato le difficoltà col sorriso, spero sia da esempio..." - Affaritaliani.it

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Catena Fiorello: "La storia della mia famiglia, che ha superato le difficoltà col sorriso, spero sia da esempio..."

 

IL NUOVO LIBRO

CatenaFiorello

 

LA TRAMA - Una bambina fa i compiti sul tavolo della cucina mentre il fuoco dei fornelli, lento e paziente, trasforma ingredienti semplici in cibo superbo. L’aria è satura di profumi, così intensi che negli anni non si sono dispersi e hanno continuato a sprigionare la loro magia. E spinto quella bimba, oggi una donna, a scrivere il diario della sua famiglia. «Sara, oggi si mangiano grilli?» gridava ogni giorno il padre rientrando a casa, pronto a sedersi a tavola con la moglie e i quattro figli, Rosario, Anna, Catena e Giuseppe. La piccola Catena per molto tempo ha frainteso lo scherzo immaginando un’invasione di insetti, finché ha avuto il coraggio di chiedere una spiegazione. E oggi, raccontandoci quegli anni, ci confessa che crescere con una mamma che compie magie per far quadrare i conti è tutto fuorché una sfortuna. Perché a vincere è stata sempre la serenità unita alla forza di credere nel futuro, difendendo la propria dignità e valori ben più grandi del benessere economico. Perché la ricchezza era tutta nei piatti che mamma Sara ogni giorno metteva in tavola, ispirandosi unicamente alla sua fantasia, e che la sua viva voce ci ripropone oggi, amalgamati col sapore agrodolce dei ricordi... Il risultato è "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" (in arrivo in libreria per Rizzoli), un libro autobiografico, commovente ma anche ironico. 

 

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Dopo Picciridda (2006) e  Casca il mondo, casca la terra (2012), Catena Fiorello torna con un nuovo libro, "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" (Rizzoli), e ne parla con Affaritaliani.it...

 

CatenaFiorello

 

Quando ha deciso di scrivere la storia della sua famiglia?
"Mesi fa ero davanti alla tv, solito telegiornale, stesse notizie da mesi, ed ennesimo suicidio di un lavoratore offeso nella dignità; mi sono domandata, da persona, essere umano che per empatia prova dolore per un suo simile che si toglie la vita per disperazione: ma io, cosa posso fare? Come posso apportare il mio - seppur piccolo - contributo in un momento così difficile per il Paese in cui vivo? Ed ecco la risposta. Scrivi! Sai e vuoi fare quello, e fallo! E così ho voluto raccontare la 'nostra' piccola storia di famiglia che aveva poco, ha lottato tanto, ma sempre con il sorriso sulle labbra e la speranza che un giorno tutto migliorasse. Perché devi anche cercare soluzioni, farti forza, e non lasciarti sopraffare dalle difficoltà. E io parlo con cognizione di causa, mi creda. Per i miei è stata dura, ma anche per noi. Solo che non ce ne siamo accorti, perché abbiamo avuti due genitori maghi dell’illusionismo, nel senso nobile e magico della parole".

Ha condiviso l'idea con sua sorella Anna e i suoi fratelli Rosario e Giuseppe?
"Ho semplicemente anticipato molti mesi prima che avrei scritto un libro con le ricette di nostra mamma. Mica che avrei raccontato la storia della mia famiglia! Sa perché? Perché quel punto ognuno avrebbe detto la sua, sarebbe stato complicato gestire desideri, aspirazioni e necessità di cinque teste, e allora, siccome siamo fratelli che si vogliono bene e si rispettano, mi sono detta: ma in fondo che torto faccio se parlo di noi? E impavidamente sono andata avanti senza dire molto a nessuno. E quando Rizzoli mi ha inviato il cartone con le copie omaggio, le prime 'sfornate' dalla tipografia, sono andata a casa di ognuno di loro e ho fatto la consegna a domicilio. Dai risultati che vedo, dai loro sms, ma anche da quello che mi dicono quando ci incontriamo, penso proprio che sia piaciuto".

Nell'Italia in recessione di oggi, tante famiglie sono in difficoltà. Ci ha pensando lavorando a “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”?
"Era la missione che mi ero prefissata, dare conforto e soprattutto la mia solidarietà a chi ogni giorno deve inventarsi la vita, con pochi euro in tasca. E’ quello che succedeva nella mia famiglia, anni fa, e i miei però davano del filo da torcere alle difficoltà. Da qui l’invenzione da parte di mia madre del Menù Grilli, ovvero quel menù casalingo preparato da lei a basso costo ma alto potenziale d’amore… Mi creda, io sono l’esempio vivente di come le difficoltà economiche possono se non farti del male, addirittura migliorarti e renderti forte e temprato, ed è ciò che vorrei arrivasse come mio suggerimento ai ragazzi, a quella fascia di persone che tanto mi sta a cuore. Non preoccupatevi se il papà non ha carte di credito con ottime disponibilità, perché quello che vi serve per andare avanti nella vita lo avete in testa e non nelle tasche. Certo, come non ammettere che avere denaro rende più facile la vita? Ma non basta solo quello… e la forza di volontà è un valore che non si compra da nessuna parte...".

Nel libro c'è spazio anche per le ricette della tradizione: anche lei si è fatta contagiare dalla moda della cucina che invade tv e librerie?
"No, e infatti lo dico proprio alla fine. Questo non è un libro di ricette. Lungi da me! Per i libri di livello guardare alla voce Niko Romito. E’ uno chef che adoro, e che guardo come un guru da cui apprendere, ecco perché l’ho nominato. E approfitto anzi per chiedere perdono anzi a tutti gli chef che scrivono libri di ricette, ma io non volevo assolutamente sostituirmi a loro! Nel mio caso le ricette sono state solo un escamotage per raccontare come da piatti semplici, economici e facili da preparare sia partito il nostro viaggio di serenità e armonia familiare. Perché è questo che c’è stato alla base della nostra crescita: armonia e tanto amore. E poco importava se non potevamo comprare le scarpe alla moda. Noi quattro fratelli eravamo comunque ragazzi felici".

Sta già pensando al prossimo romanzo? Di cosa parlerà?
"Parlerà di paternità non convenzionale. Ovvero, si è padri, ma anche madri, senza bisogno di legami sanguigni. Il dna non dice niente nell’amore. Conta il sentimento e la capacità di sapersi donare agli altri. E racconterò la storia tra una ragazza e il suo padre ritrovato. Il loro lungo e difficoltoso cammino, ma anche la capacità di abbattere le barriere costruite in anni di odio inutile. Sa che cosa mi viene da dire, pensando all’eredità morale lasciata dal grande Santo Giuseppe Moscati?, che alla fine rimane solo l’amore che abbiamo dato, e quello che abbiamo ricevuto".

@PrudenzanoAnton