Kandinskij, cardine delle arti del Novecento: la mostra al Mudec di Milano
La mostra al Mudec di Milano: in viaggio con Kandinskij, cardine delle arti del Novecento
di Simonetta M. Rodinò
Una mostra insolita che racconta un duplice viaggio di Vasilij Kandinskij, nato a Mosca nel 1866: quello compiuto da giovane studente di legge, durante i suoi anni universitari, nella regione nordica di Vologda, che fu fonte di emozioni che perdurarono nel tempo, e uno interiore di uomo spirituale. Un iter che attraverso riflessioni, analisi e memorie delle fiabe della tradizione popolare russa lo avrebbero accompagnato da una pittura figurativa a un codice rivoluzionario, a un mondo non oggettuale.
La rassegna “Kandinskij, il cavaliere errante. In Viaggio verso l’Astrazione”, da oggi al MUDEC - Museo delle Culture di Milano, si articola in quattro sezioni non cronologiche, dall’ultimo Ottocento fino al 1921, quando si trasferì in Germania per non fare più ritorno in Russia. Sono ospitate una cinquantina di sue opere - dipinti, acquerelli, disegni e incisioni - e 85 tra antiche icone, stampe, tessuti e oggetti di arte applicata.
I lavori, alcuni dei quali mai visti prima in Italia, provengono dai più importanti musei russi, come la Galleria Tret’jakov, il Museo Pushkin di Mosca e l’Ermitage di San Pietroburgo, dal Museo di Tbilisi in Georgia (da cui giunge il primo dipinto a olio astratto di Kandinskij, “Quadro con cerchio” del 1911) e dai musei delle province e delle altre ex-Repubbliche dell’Urss, che conservano autentici capolavori, usciti raramente dalla Russia.
Nel primo segmento il viaggio “dentro il quadro”, l’artista “rimase colpito dalla profusione di colori e di decori che vide nelle stanze, su tutte le superfici, sulle pareti e sugli oggetti. Cromie che anni dopo riemergeranno”, spiega Ada Masoero, curatrice della mostra insieme a Silvia Buruni. Ecco nelle bacheche abiti, tessuti, giocattoli e arredi provenienti dalla regione di Vologda.
La seconda sezione è dedicata al Cavaliere Errante, un tema attinto da Kandinskij dal proprio immaginario infantile e dalle fiabe russe e tedesche ascoltate dalla zia. Alle pareti splendide incisioni ispirate all’icona di San Giorgio del primo 500, protettore di Mosca.
Che è protagonista della terza sezione. Nella sala, una carrellata delle località dove visse Vasilij: da Odessa a Monaco, da Murnau a Mosca, dove rientrò nel 1914. Tra le tele, un capolavoro: “Mosca, Piazza Rossa”.
L’esposizione da non perdere si chiude con il segmento “Musica dell’astrazione”. In seguito alla scoperta della scissione dell’atomo “la realtà perse ai miei occhi ogni significato”, scrive l’artista.
Ci fu un cambio di registro nella sua vicenda creativa. Sente la necessità di rivolgersi all’interiorità dell’uomo, alla ricerca di quello che Kandinskij definisce “vibrazioni dell’anima”.
Abbandona la pittura che ritrae la realtà narrativa per tuffarsi nello spirito.
L’arte per il padre dell’astrattismo si avvicina per gradi alla verità spirituale. Qualunque cosa può essere presa a simbolo di qualsivoglia concetto, purché in termini di associazioni corrisponda al colore, all’oggetto o al suono. E proprio la musica di Schönberg portò il pittore verso una nuova dimensione, dove le esperienze musicali, prima di essere acustiche, sono psichiche.
Come la musica dodecafonica di Arnold Schönberg, legato da una profonda amicizia a Vasilij, rifondò il linguaggio musicale, così le speculazioni artistiche di Kandinskij mutarono la pittura del mondo.
“Kandinskij, il cavaliere errante. In Viaggio verso l’Astrazione”
MUDEC – Museo delle Culture - Via Tortona 56, Milano
15 marzo - 9 luglio 2017
Orari: lunedì 14.30 – 19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 09.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30
Ingressi: intero euro 12 – ridotto euro 10
Infoline: 0254917
Catalogo: 24ORE Cultura
www.mudec.it
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