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Culture
L'antica eccellenza partenopea dell'Arte della Seta in esposizione al Mann

Per la prima volta, parte del patrimonio tessile della Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo di Napoli sarà esposto al pubblico dal 20 dicembre al 21 gennaio 2019 insieme con i reperti archeologici oggi conservati al Museo Archeologico Nazionale ma ritrovati a fine ‘800 proprio al di sotto del Conservatorio e della Chiesa dell’Arte e della Seta. La mostra è promossa da Respiriamo Arte ed affianca al Mann altri due eventi di grande interesse artistico e culturale, “Mortali e immortali, i tesori del Sichuan nell’antica Cina” e “Le marionette nel Paese del Dragone”.

E’ da maggio 2015 che Respiriamo Arte si occupa del recupero, valorizzazione e promozione della Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo: complesso museale dell’Arte della Seta in via San Biagio dei Librai. Un sito di grande valore artistico, storico e monumentale che permette di riportare alla luce un volto di Napoli per troppo tempo dimenticato: quello d’importante centro di produzione e lavorazione della seta, settore trainante dell’economia del regno di Napoli dalla seconda metà del XVI fino al XVIII. Il punto di forza, l’originalità e attrattività per il visitatore rispetto a questo luogo è il racconto quasi inedito, o comunque nuovo rispetto all’offerta del centro storico della città, della tradizione serica napoletana ricostruita attraverso la storia della Corporazione e del Conservatorio dell'Arte della Seta che aveva sede proprio in questo complesso. Nel panorama della manifattura serica, infatti, si ricorda e si associano per Napoli e Campania esclusivamente le Seterie di San Leucio, ma questa è una storia di fine ’700 quando Ferdinando IV di Borbone decise di dare vita al suo sogno utopico di una Real colonia chiamata Ferdinandopoli.
La storia della Corporazione dell’Arte della Seta di Napoli ha inizio invece, ufficiosamente già nell’alto medioevo quando nascono le prime botteghe artigiane ebree nella zona di Largo Portanova, e ufficialmente nell’anno 1477 quando Re Ferrante D’Aragona decide di instituire con nuovo statuto e denominazione l’Arte che sarà chiamata Consolato della Seta perché retta da tre Consoli, due mercanti e un tessitore. Una Corporazione molto potente che si distinse da subito dalle altre vantando agevolazioni fiscali e commerciali, un proprio governo, un proprio Tribunale con annesse Carceri nella Piazza della Sellaria. Inoltre il ritrovamento ottocentesco, nella zona del Conservatorio e della Chiesa, di un piedistallo e una base di una statua entrambe in marmo con epigrafi in greco, permette d’ipotizzare che in loco in epoca greca era la sede dei Cretondi, una delle Fratrie greco-romane in cui si suddividevano i cittadini di Neapolis a partire dal 400 a.C. sul modello delle altre città greche.
La Chiesa dell’Arte della Seta rientra a pieno titolo nella rete ExtraMann, un progetto che coinvolge il Museo Archeologico Nazionale, l’Università Federico II e un’insieme di nuove realtà nate per valorizzare il patrimonio culturale della città.

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