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Culture
Fotografia, la mostra: ecco l'Italia di Magnum
Thomas Hoepker - Thomas Hoepker, Roma, 1960, Olimpiadi, Muhammad Ali si batte per la medaglia d’oro nella categoria pesi mediomassimi © Hoepker e Magnum Photos

di Simonetta M. Rodinò

 

Un racconto con una scansione cronologica per decenni, una panoramica di 130 fotografie realizzate da venti autori, in un intreccio d’immagini famose e meno note, di luoghi conosciuti in tutto il mondo e di semplici persone, protagoniste delle vicende sociali, culturali e politiche italiane.

 

La mostra “L’ITALIA di MAGNUM. Da Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin”, da oggi al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano, ha l’obiettivo di mostrare il modo in cui alcuni fotografi hanno guardato il nostro paese con occhi stranieri.

 

Perché se da un lato conosciamo i lavori degli artisti conterranei, abbiamo meno presente come maestri internazionali del XX secolo abbiano interpretato la nostra storia.

La rassegna celebra i settant’anni dalla fondazione di Magnum Photos, avvenuta nel 1947 a New York, per merito di Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert.

 

“La ricerca di Cartier-Bresson dialoga con la cronaca di Robert Capa, con la narrazione di un paese distrutto dalla guerra, con il reportage compiuto sul campo in una chiave che è quella di una testimonianza non neutrale ma coinvolta, ed entrambe si confrontano con il reportage di pace di Seymour, per il quale è la quotidianità che diviene ragione di narrazione”, puntualizza il curatore Walter Guadagnini.

 

 

Il viaggio ha inizio quindi dagli anni Quaranta, il decennio più travagliato: Robert Capa racconta nel 1943 le conseguenze della guerra, quelle sotto gli occhi di tutti. Bianchi e nero documentano le rovine delle città lasciate dalla furia del conflitto: Agrigento, Napoli, Palermo…

Mentre qualche anno dopo, quando l’Italia si rimette in piedi compiendo una prestigiosa ricostruzione, il polacco Seymour visitando la Cappella Sistina ritrae decine di turisti intenti ad ammirare gli affreschi michelangioleschi.

 

Gli anni Cinquanta sono percorsi della foto “romane” di Cartier-Bresson – scattate durante uno dei tanti viaggi in Italia – e di Elliott Erwitt, cui si aggiunge l’immagine che l’americano scattò a Papa Pio XII a Castel Gandolfo nel 1956. Ma anche gli scatti dello svizzero René Burri sulla grande mostra nel 1953 che Pablo Picasso realizzò a Palazzo Reale di Milano, nella cui Sala delle Cariatidi era ospitata “Guernica”

 

Gli anni Sessanta poi sono rivissuti attraverso le foto di Thomas Hoepker - il trionfo di Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma del 1960 -, di Bruno Barbey - l’enorme partecipazione popolare ai funerali di Palmiro Togliatti - e di Erich Lessing con le spiagge sulla riviera romagnola nel periodo del boom economico.

 

La Sicilia di Ferdinando Scianna – primo fotografo italiano a far parte di Magnum nel 1982, grazie anche alla stima che aveva per lui Cartier-Besson – apre gli anni Settanta. Che vedono anche le immagini di Leonard Freed sul processo sociale che ha portato al referendum sul divorzio.

 

Dagli anni Ottanta con la camorra napoletana testimoniata da Patrick Zachmann, passando per i Novanta con il reportage di Thomas Dworzak sul G8 di Genova del 2001, si giunge alle foto che Paolo Pellegrin realizzò nel 2005 in piazza San Pietro a Roma durante la veglia per la morte di Papa Giovanni Paolo II, un insieme di primi piani di volti sconsolati, addolorati, commossi, assorti… e quelle scattate tre anni fa dal fotografo romano a un barcone carico di migranti nel mar Mediterraneo.

 

 

L’ITALIA di MAGNUM. Da Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin

Museo Diocesano Carlo Maria Martini - Milano (ingresso da piazza Sant’Eustorgio 3)

9 maggio - 22 luglio 2018

Orari:    da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Chiuso lunedì (eccetto festivi)

Biglietto Museo Diocesano + mostra: intero: 8 euro, ridotto individuale

Infoline: 02.89420019

www.chiostrisanteustorgio.it

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Tags:
cartier-bressonmagnumpaolo pellegrin





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