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Culture

L'omosessualità può essere una storia felice

di Lucilla Noviello

L'omosessualità può essere una storia felice.
In The Pride di Alexi Kaye Campbell diretto e interpretato sulla scena da Luca Zingaretti, insieme con Valeria Milillo, Maurizio Lombardi e Alex Cedron, due vicende parallele narrano la storia omosessuale di un amore insieme con la storia di un mondo che cambia.
Attraversato da un'ansia leggera e poi via via più delicato, e lucido e magnificamente interpretato, il lavoro teatrale di Alexi Kaye Campbell, autore contemporaneo di origine greca ma anglosassone di adozione e cultura, messo in scena e interpretato da Luca Zingaretti al Teatro Argentina di Roma fino al 6 dicembre e poi in tournè,  è la storia dell'omosessualità  che si dipana in modo parallelo in uno spazio temporale londinese nel 1958 e nel 2015. E' la storia di una coppia marito - moglie che vive la tragedia del non detto, delle pulsioni sessuali non dichiarate e degli incontri rivelatori che le svelano con atrocità e dolore. E' la storia di una coppia gay che si lascia, di un'amica che partecipa, dei luoghi comuni sulla cultura, di un amore che riesce a  ritrovarsi. Ma soprattutto è il divenire di una serie di identità, di personaggi, di situazioni che sulla scena si intrecciano con grazia, e alludono oppure mostrano con somma chiarezza e puntualità come la sensibilità umana di un gesto, di un abbraccio o del sesso sia uguale in ogni essere, senza che il genere possa specificarne la differenza. La regia di Luca Zingaretti è semplice, cura i movimenti, le tonalità; è segnata dai passaggi musicali di  Arturo Annecchino e dalle scene di Andrè Benaim che, in special modo nella parte finale, sottolineano la semplice leggerezza di ogni possibilità felice, che può esser sempre data, che può davvero esistere e coinvolgerci. La bravura equilibrata degli attori - in maniera particolare quella di Maurizio Lombardi, perfetto nell'interpretazione del suo ruolo - ci conducono all'interno di queste coscienze sceniche, con ironia e anche attraverso il dubbio. Sottolineando la consapevolezza umana dei propri vizi, dei propri difetti; ma anche quella delle proprie capacità di cambiamento, della disponibilità a consolare e a sorridere. L'umanità che vediamo rappresentata è un'umanità tutta intera, colpevole e poi pronta a correggersi: c'è molto dolore, come in ogni amore; c'è la mancanza di sensibilità, il tradimento dell'altro non in senso solo sentimentale ma in quello più specificatamente personale, per cui i protagonisti si sentono traditi nella logica, razionalmente quasi. Il passato ha segnato spesso oscurità verso l'omosessualità e anche il presente sottolinea a volte aspetti beceri nei confronti di tale cultura. Eppure The Pride dichiara, attraverso il teatro, che una piccola soluzione c'è e può distendersi per noi.
The Pride di Alexi Kaye Campbell, diretto e interpretato da Luca Zingaretti insieme con Maurizio Lombardi, Valeria Milillo e Alex Cedron.  Al Teatro Argentina di Roma fino al 6 dicembre e poi in tournè.