Culture
La parrucchiera di Sissi, un bel personaggio senza tragedia


di Lucilla Noviello
Un bel personaggio dalla storia complessa e interessante; una donna del popolo che, formandosi durante tutto il tempo della propria vita, senza lacrime e accumulando forza dall’intera somma degli eventi, dagli accadimenti che le si propongono o che lei stessa provoca, diventa forte come una sovrana. La parrucchiera dell’imperatrice, scritto da Franca de Angelis, in scena al Teatro Tor di Nona di Roma fino al 7 febbraio con la regia di Anna Cianca e interpretato da Tiziana Sensi, è un lungo monologo, mai noioso e molto dinamico, che racconta la storia di Fanny, ragazzina della periferia viennese prima, e baronessa parrucchiera imperiale dopo, che in un lungo cammino di autoaffermazione, raggiunge l’obiettivo di essere qualcuno – come lei stessa desiderava da fanciulla, stanca di dividere letto e spazio angusto con una famiglia un po’ triste e molto ignorante. Qualcuno fuori dall’anonimato ma soprattutto qualcuno, così come lei stessa capirà nel lungo corso delle sue stagioni, che viva bene con la propria identità. Meta molto difficile che Fanny forse non raggiunge ma che l’abile regia di Anna Cianca fa invece vibrare attraverso le parole scritte dall’autrice Franca De Angelis. Parole che compongono un testo teatrale la cui forma di monologo riesce a non penalizzare l’azione che un’instancabile attrice come la Sensi mantiene con ritmo costante per l’ora e mezzo in cui è sempre in scena. Fanny è una donna che non ha tempo per autocommiserarsi, per piangere le disgrazie di ignoranza o violenza carnale; che non riflette sulla morte: una donna che non è cinica, ma solo realista. Guarda talmente in alto da avere di fronte solo il volto di una sovrana: all’inizio quella finta di un teatro, dove lei è assunta per pettinare la prima donna; successivamente l’imperatrice d’Austria, la leggendaria Sissi, la cui corona di capelli – da Fanny creata - diventa l’immagine con cui contemporanei e posteri la pensano e la ricordano. Ma sia Fanny sia Sissi – e sia qualsiasi altra donna si intraveda anche solo come ombra dietro lo schermo di un paravento sulla scena – diventano figure intercambiabili, simili, vive o morenti l’una al posto dell’altra. Perché la storia ha ancora per loro il cammino che le costringe duramente a essere – non solo a diventare – con fatica. E la felicità è concessa in momenti brevi di sospensione: quando nessuno guarda, e non ci sono ruoli.
La parrucchiera dell’imperatrice, di Franca de Angelis. Regia di Anna Cianca. Con Tiziana Sensi. Al Teatro Tor di Nona di Roma fino al 7 febbraio e poi in tournè in tutta Italia.