Profondi laghi su Marte. La scoperta rivoluzionaria - Affaritaliani.it

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Profondi laghi su Marte. La scoperta rivoluzionaria

Marte, ci sarebbero profondi laghi nel cratere Gale – Un paleoclima caldo e umido, avrebbe consentito a Marte di conservare importanti bacini d’acqua per un tempo prolungato, miliardi di anni fa. A confermarlo è il team della missioneMars Science Laboratory/Curiosity con un nuovo documento pubblicato ieri sulla rivista Science. Lo studio si basa sui precedenti risultati che già suggerivano la presenza di antichi laghi nel cratere Gale. L’evoluzione geologica del Pianeta Rosso rimane controversa e piena di colpi di scena, almeno quanto la storia sul suo metano atmosferico. Alcuni sostengono che in origine avesse un clima favorevole, altri che fosse un posto inospitale, freddo e gelido. Ma ora, la maggior parte delle prove acquisite grazie ai nostri esploratori robotici sembrano propendere per il primo scenario. Recentemente, Curiosity ha confermato condizioni favorevoli alla brina nel cratere Gale e la sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha dimostrato che un po’ di acqua allo stato liquido è in grado di scorrere ancora oggi sull’ormai arida superficie del pianeta, dipingendo un nuovo ritratto di Marte bagnato sia nel passato che nel presente. Da quanto il rover Curiosity è atterrato nel cratere Gale ad agosto 2012 ha scoperto molti indizi di periodi abitabili nella storia del pianeta, lungo il suo percorso verso il Monte Sharp, il grande tumulo alto oltre 5 chilometri che si erge al centro del cratere. Anche la sua formazione è incerta: alcuni sostengono che l’alta montagna sia stata scolpita dall’acqua, altri che sia diorigine eolica. In ogni caso, il team della missione è sicuro che, molto tempo fa, l’acqua ha contribuito a creare il pavimento sedimentario del cratere Gale e le basi del Monte Sharp. “Le osservazioni del rover suggeriscono che ad un certo punto della storia, tra i 3,8 a 3,3 miliardi di anni fa circa, esistevano torrenti e laghi di lunga durata i cui sedimenti hanno lentamente costruito gli strati più bassi del Monte Sharp”, ha dichiarato Ashwin Vasavada, project scientist della missione Mars Science Laboratory presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, California, co-autore dello studio.[…]
 
“L’acqua su Marte è costantemente messa alla prova”, ha detto Michael Meyer, scienziato a capo del Mars Exploration Program della NASA. “E’ chiaro che il Marte di miliardi di anni fa assomigliava più alla Terra di quanto non lo faccia oggi. La nostra sfida è capire come questo pianeta più clemente sia stato possibile in passato e cosa è successo al Marte umido”. Secondo i recenti risultati almeno il fondo del cratere Gale si deve essere riempito con sedimenti trasportati da fiumi e laghi, nel corso di un periodo durato 500 milioni di anni. “Durante la traversata di Curiosity abbiamo visto le tracce di antichi corsi d’acqua in movimento con ghiaia grossa, così come luoghi in cui i flussi sembrano essersi riversati in acqua stagnante”, ha detto Vasavada. “Ci aspettavamo di trovare rocce a grana fine depositate dall’acqua più vicino al Monte Sharp e ora che siamo arrivati, stiamo osservando fini fanghi induriti laminati in abbondanza, simili ai depositi lacustri”, si legge nel comunicato. Le argille indicano che devono essere esistiti corpi d’acqua stagnante per lunghi periodi in passato, forse apparsi e scomparsi più volte nell’arco di centinaia di milioni di anni, depositando gli strati inferiori della montagna. “Paradossalmente, dove c’è una montagna oggi una volta c’era un bacino”, ha aggiunto John Grotzinger, ex scienziato del progetto Mars Science Laboratory al California Institute of Technology di Pasadena, autore principale del documento.[…]

“Abbiamo la prova di circa 75 metri di sedimenti e, sulla base dei dati mappati dal Mars Reconnaissance Orbiter della NASA e delle immagini inviate da Curiosity, sembra che i depositi accumulati dall’acqua avrebbero rialzato il fondo del cratere fino a 150 – 200 metri“, per un’iterazione complessiva dell’acqua fino a 800 metri sopra il fondale. Sopra gli 800 metri il Monte Sharp non mostra alcun segno di strati di roccia idrata: Grotzinger suggerisce che il resto della montagna sia quindi di origine eolica e il tumulo si sia formato con materiale secco depositato dal vento. Ok, quindi Marte aveva un’idrosfera attiva in grado di immagazzinare acqua per lunghi periodi ma la storia ha ancora molti lati oscuri perché questo non è previsto nei modelli paleoclimatici attuali del pianeta. Alcuni hanno anche teorizzato che un vasto oceano ricopriva  grande parte dell’emisfero nord. Parte dell’acqua potrebbe essere stata consegnata dalle precipitazioni atmosferiche ma l’atmosfera doveva essere necessariamente più spessa per garantirne la presenza dell’acqua liquida in superficie su periodi così lunghi. “Questo è un buon momento per tornare a rivalutare tutte le nostre ipotesi. Deve mancare qualcosa da qualche parte”, ha concluso riflettendo Grotzinger.

fonte: http://www.centrometeoitaliano.it