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Culture
Milano, ecco le magnifiche foto del premio Wildlife Photographer of the Year
© Brent Stirton

di Raffaello Carabini

 

Per chi ama la natura è un appuntamento imperdibile: quello con le fotografie più suggestive dell’anno dedicate alla vita negli ambienti incontaminati della natura, dai più minuscoli ai più sterminati. Immagini che hanno gli occhi della poesia, dell’emozione, della narrazione, della sincerità, dell’immediatezza, del sogno. E soprattutto della denuncia.

La scelta del vincitore assoluto del 53esimo premio Wildlife Photographer of the Year è infatti emblematica. Il fotografo sudafricano Brent Stirton ha ritratto un rinoceronte appena colpito e mutilato del suo corno all’interno del Parco Hluhluwe Imfolozi, la più antica riserva naturale africana, documentando la drammatica crudeltà del bracconaggio contro il grande pachiderma, attuato per venderne i corni al mercato nero. Realtà ancora troppo abituale.
Negli spazi della Fondazione Luciana Matalon di Milano è visibile tutto il servizio di Stirton, esposto insieme ai 100 scatti finalisti della rassegna organizzata a Londra da più di mezzo secolo dal Museo di Storia Naturale e portata in Italia dall’Associazione culturale Radicediunopercento, che cura anche serate di approfondimento con gli artisti. Scelti tra gli oltre 50.000 inviati da fotografi professionisti e non di 92 Paesi, sono stati selezionati, alla fine dello scorso anno, da una giuria internazionale di esperti, in base alla creatività, al valore artistico e alla complessità tecnica.

Sedici le categorie premiate, con cinque foto di italiani. Stefano Unterthiner si è

aggiudicato due premi, uno nella categoria wildlife photojournalist: story, con la serie di foto “Salvare gli yaki”, e l’altro in natura urbana, con “Gatto all’attacco”; finalisti anche Marco Urso nella categoria mammiferi, Hugo Wasserman in natura urbana e Angiolo Manetti in ambienti terrestri. Inoltre la giovanissima Ekaterina

Bee ha vinto nella categoria fino a 10 anni con la foto “Nella presa dei gabbiani”.

Da segnalare l’altro premio assoluto, riservato alla categoria giovani e vinto dall’olandese Daniël Nelson, che ha ripreso un gorilla felicemente sdraiato e intento a

mangiare con gusto un frutto dell’albero del pane.

Ma tutte le immagini sono straordinarie, propongono la magnificenza del nostro pianeta e degli animali che lo abitano, parlandoci dell’insuperabile biodiversità della natura ed evidenziando la fragilità della fauna selvatica. I paesaggi, il regno botanico e quello animale, immortalati dai fotografi, regalano, con uno sguardo emozionante e insieme consapevole, una stupenda testimonianza visiva di un ambiente da salvaguardare e preservare.

Preziose le didascalie, che raccontano sia i requisiti tecnici della fotografia, sia la storia e le emozioni che hanno motivato l’autore nella sua realizzazione, sia dati di carattere scientifico sulle specie fotografate. Da segnalare infine la novità di una sezione dedicata agli scatti squalificati dalla giuria nella storia del concorso, assai severo nel rispetto delle regole. Così nel 2017 fu escluso “Il razziatore notturno” di Marcio Cabral perché era stato utilizzato un formichiere impagliato oppure nel 2009 stessa sorte toccò a “Il lupo che salta” di José Luis Rodriguez per l’impiego di un lupo addestrato.


Wildlife Photographer of the Year
fino al 9 dicembre
Fondazione Luciana Matalon – Foro Buonaparte, 67
orario: 10/19; venerdì 10/22; lunedì chiuso
ingresso: € 9; ridotto € 7 (bambini 6 -12 anni, over 65) + tessera associativa € 1;
gratuito fino a 5 anni e per 2 bambini accompagnati dai genitori

catalogo in inglese, edizione Natural History Museum, pgg. 160, € 35

info: tel. 348 2506498; www.radicediunopercento.it




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