Culture

Neet: primato dell'Italia in Ue, 2 mln di giovani senza lavoro né istruzione

Il rapporto Istat sui livelli di istruzione e occupazione in Italia nel 2019. Primato dell'Italia in Europa dei Neet: i giovani che non studiano e non lavorano

La condizione di Neet è più diffusa tra le donne (24,3% contro il 20,2% degli uomini) indipendentemente dal livello di istruzione posseduto.

Nel Mezzogiorno l'incidenza dei Neet è più che doppia (33,0%) rispetto al Nord (14,5%) e molto più alta di quella rilevata al Centro (18,1%). Il divario territoriale nell'incidenza del fenomeno (18,5 punti tra Mezzogiorno e Nord) permane ampio indipendentemente dal livello di istruzione.

Lo riferisce il rapporto Istat sui livelli di Istruzione e occupazionali in Italia nel 2019. Tra gli stranieri i Neet sono il 31,2% contro il 21,2% degli italiani, una differenza dovuta quasi esclusivamente alla componente femminile: sono il 40,6% tra le straniere e il 22,3% tra le italiane (tra gli uomini le quote sono 21,4% e 20,1% rispettivamente). Il divario di cittadinanza nella condizione di Neet si riduce tra chi possiede un titolo di studio secondario superiore.

Il 36,8% dei Neet cerca attivamente un lavoro, il 31,1% fa parte delle forze di lavoro potenziali (cfr. Glossario), mentre il restante 32,0% non cerca un impiego e non sarebbe disponibile a lavorare. Questi ultimi, gli inattivi più lontani dal mercato del lavoro, sono più frequentemente Neet con basso livello di istruzione. La quota di Neet interessati a lavorare (disoccupati e forze di lavoro potenziali) è più bassa tra le donne (59,1%) rispetto agli uomini (77,9%).

La differenza si riduce all'aumentare del livello di istruzione: tra chi ha un basso titolo di studio una giovane Neet su due non cerca lavoro e non è disponibile a lavorare contro un giovane Neet su quattro; tra 
chi ha un medio titolo di studio non cerca lavoro e non è disponibile a lavorare una giovane Neet su tre contro un giovane su cinque. Infine, tra chi ha un titolo terziario la volontà di entrare nel mondo del lavoro di uomini e donne è decisamente più simile.

Nel Mezzogiorno la quota dei Neet interessati a lavorare è notevolmente più elevata: sono il 75,1% a fronte del 62,6% del Centro e del 56,7% del Nord. Peraltro, la differenza territoriale permane indipendentemente dal livello di istruzione raggiunto dal giovane Neet ad indicare come nel Mezzogiorno la condizione di Neet sia la conseguenza di minori opportunità lavorative che tengono ai margini del mondo del lavoro anche i giovani interessati ad entrarvi.

Neet: record dell'Italia in Europa

Tra gli stranieri, qualunque sia il loro livello di istruzione, la condizione di Neet più difficilmente si lega alla volontà di entrare nel mercato del lavoro rispetto a quanto osservato tra gli italiani. La quota di disoccupati e forze di lavoro potenziali, pur essendo considerevole, è significativamente più bassa di quella rilevata tra i Neet italiani (50,5% verso il 70,9%). La differenza è dovuta alla sola componente femminile: tra le straniere la quota di Neet disoccupate o forze di lavoro potenziali è almeno 20 punti inferiore a quella delle italiane.

Nell'Ue primato italiano per i giovani non occupati e non in formazione, i cosiddetti Neet (Neither in Employment nor in Education and Training). Nel 2019, in Italia, l'incidenza dei giovani di 15-29 anni non occupati e non in formazione cala di 1,2 punti rispetto al 2018 e raggiunge il 22,2% (2 milioni di giovani).

La quota di Neet è la più elevata tra i Paesi dell'Unione, di circa 10 punti superiore al valore medio Ue28 (12,5%) e decisamente distante dai valori degli altri grandi Paesi europei. L'incidenza dei Neet è maggiore tra i giovani con un titolo secondario superiore (23,4%), leggermente più bassa tra chi ha raggiunto al massimo un titolo secondario inferiore (21,6%) ed è minima tra coloro che possiedono un titolo terziario (19,5%). In Europa invece l'incidenza è massima tra coloro che possiedono un basso livello di istruzione (14,8%), confermandosi minima tra i laureati (9,0%).

Tuttavia, se la quota di Neet viene calcolata escludendo dal denominatore i giovani ancora in istruzione o formazione, tra chi ha al massimo un titolo di studio secondario inferiore risulta molto più elevata rispetto a chi ha un titolo secondario superiore, sottolineando l'indubbio vantaggio di possedere un diploma. Tra chi non è più in istruzione, le possibilità di essere occupato invece che Neet sono decisamente maggiori tra i diplomati.

Il risultato invece non cambia se si confronta il titolo secondario superiore con il terziario, poiché la quota di 15-29enni ancora in istruzione è simile e conferma l'entità della differenza, con un ruolo leggermente più protettivo del titolo di studio terziario nell'incidenza della condizione di Neet.