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Pier Luigi Bersani, ecco la biografia

Bersani

A pochi giorni dalle elezioni politiche, Editori Internazionali Riuniti pubblica la prima biografia di Pier Luigi Bersani (324 pp.), il figlio di un benzinaio di Bettola, oggi candidato alla presidenza del Consiglio dei Ministri. L’autore, il giornalista Ettore Maria Colombo, offre un quadro completo e complesso del personaggio ripercorrendo le fasi cruciali della sua formazione e dell’ascesa politica, ma lo descrive anche negli aspetti più privati e contraddittori della sua vita a cominciare dal rapporto con la fede e con la dottrina cattolica, alla sua vena libertaria, per finire col suo caratteristico modo di parlare, ormai noto come “bersanese”. Ne esce un Bersani inedito e imprevisto. Le pagine sono costruite su testimonianze che permettono al lettore di avvicinarsi, oltre che al politico e al personaggio pubblico, in modo particolare all'uomo Bersani, appassionato di rock heavy metal ,un “ragazzo di periferia” arrivato ai vertici della politica italiana.
 

ECCO ALCUNI ESTRATTI:


Quando, dove, come e perché nasce una neolingua…
«Un linguaggio ricco di metafore e proverbi popolari, in­ventato e usato prevalentemente dal segretario del Pd e le­ader del centrosinistra Pier Luigi Bersani». Arriverà, prima o poi, il giorno che anche il Devoto-Oli, vocabolario della lingua italiana per antonomasia, redigerà un lemma appo­sito per descrivere il modo con cui Pier Luigi Bersani da Bettola riesce a farsi comprendere da tutta Italia. Dalle Al­pi all’Etna, in ogni angolo del Paese, Nord, Centro o Sud che sia, il piacentino Bersani riesce a farsi capire benissimo. Certo, il suo modo di comunicare è stato giudicato, da un lato, in modo molto severo da alcuni commentatori che lo considerano troppo colloquiale o fuori moda e, dall’altro, è stato oggetto di satire televisive efficaci e divertenti. A par­tire da quella del comico genovese Maurizio Crozza che, imitando Bersani quasi alla perfezione anche nelle espres­sioni facciali e nella mimica del corpo, ne ha fatto un ve­ro e proprio tormentone in trasmissioni come Ballarò e nel talk-show satirico Italianland, condotto dallo stesso Crozza. Bisogna riconoscere che il suo modo di parlare non è af­fatto consueto o ortodosso in un leader di partito e, oggi, un leader di coalizione che aspira a governare l’Italia e a portare il suo buon nome in giro in Europa e nel Mondo.
Diverse le interpretazioni che ne sono state date. Tra quelle più benevole, il bersanese è stato considerato ora un mec­canismo di difesa per resistere all’omologazione del gergo politico, ora un tentativo di semplificare in modo originale il discorso politico provando a ricollocarlo nei canoni della comunicazione televisiva. Tra le più malevole, figura quel­la secondo cui il bersanese sarebbe la dimostrazione plasti­ca, oltre che linguistica, che un sempliciotto come Bersani è inadatto a governare l’Italia e a stare con pari dignità negli augusti consessi della politica europea e internazionale, non tanto o non solo perché comunista, ma perché inade­guato, persino nel linguaggio e nelle parole, nei proverbi e nelle metafore che usa.
Lui, Bersani, non se ne cura più di tanto, delle critiche che gli piovono addosso ogni tanto. Anzi, rivendica tutto: dia­letto e motti, antica saggezza popolare e parabole, che han­no la funzione di spiegare, sia agli uomini semplici che ai più raffinati intellettuali, cosa vuole dire quando parla. E, anche, appunto, come e perché lo dice così.
[…]

Ipse Dixit.
I detti e i contraddetti del bersanese
(con traduzione italiana…)

Valide erga omnes
«Dobbiamo mettere l’orecchio a terra.»
(Bisogna ascoltare i problemi della gente)
«Quando piove, piove per tutti.»
(I guai, i problemi, le crisi, colpiscono anche chi se ne crede al riparo)
«O si va a messa o si sta a casa.»
(Bisognerà pur decidersi a fare le cose…)
«Non andiamo a cercarci il freddo nel letto.»
(Non complichiamoci la vita inutilmente)
«Non si può rimettere il dentifricio dal tubetto.»
(Non si possono aggiustare politiche, specie quelle economiche, sbagliate in partenza).
Quando, o se, il Pd vince le elezioni
«Ragassi, abbiamo smacchiato il giaguaro!»
(Abbiamo sconfitto Berlusconi)
«Non diamo troppo tempo al tramonto…»
(Non si può aspettare il voto in eterno)
«Siam mica qui a pettinare le bambole!»
(Lavoriamo sodo e governeremo presto)
«Siam mica qui ad asciugare gli scogli!»
(Variante della precedente, in città di mare come Genova)