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Culture
Quel legame tra vecchiaia e Intelligenza Artificiale


A tutt'oggi non esistono organizzazioni a livello mondiale che possano indirizzare tutte le Nazioni accompagnandole verso uno sviluppo sincronizzato del pianeta ergo ci troveremo in una condizione dove le “macchine”, volenti o nolenti, dovranno sostituire la carenza di personale qualificato e specializzato, lasciando i lavori più umili e con minore competenza al resto della popolazione. Dico questo perché già oggi ci sono delle aziende che prevedono, entro il 2050, una carenza di personale con competenze, causato sempre dall'invecchiamento demografico. Ora la domanda: è possibile programmare un evento così importante?

La popolazione mondiale avrà un ritorno positivo nel farsi “aiutare” dall'Intelligenza Artificiale nel suo complesso? Robotica e IA cammineranno pari passo con le esigenze della popolazione mondiale e del singolo individuo? Persone come Alan Turing (1912-1954) autore dell'incipit “Can machine think?” dell'articolo “Computing Machinery and Intelligence”, scritto nel 1950 per la rivista Mind, e John McCarthy (1927-2011) considerato il padre dell'Intelligenza Artificiale, hanno ragionato per dare un senso alla possibilità di aiutare l'uomo o hanno prodotto risultati senza valutarne le eventuali controindicazioni? Ha ragione Geoffrey Hinton (padrino dell'IA) e con lui molti altri o chi la vede in prospettiva come la soluzione per il benessere dell'uomo? Solo il tempo svelerà l'arcano. 
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