Culture
Reportage della laurea honoris causa a Zygmunt Bauman
di Alessandra Peluso
Una mattinata semplicemente emozionante: l’intellettuale, filosofo, sociologo di fama mondiale, Zygmunt Bauman, viene insignito di “Laurea Honoris Causa” dall’Università del Salento, nella persona del rettore Vincenzo Zara.
Alla presenza di moltissima gente, scolaresche, studenti, oltre a professori, giornalisti, cariche istituzionali, è arrivato puntualmente, (al contrario del modus agendi salentino) alle 10.30, - il professor Zygmunt Bauman, con una semplicità e autorevolezza granitica imbarazzante.
La presenza tra noi del professor Bauman è motivo di orgoglio, oltre che di grande emozione. Per la nostra Università è un grande onore conferire la “Laurea honoris causa in Lingue Moderne, Letterature e Traduzione Letteraria” a un pensatore di tale acume. Un esempio umano e scientifico, e per gli stessi motivi vogliamo proporla come modello a queste ragazze e ragazzi, per la sua capacità di leggere e decodificare i cambiamenti, per lo spirito di osservazione, per l’analisi e la critica costantemente esercitate, per la varietà degli interessi, l’interdisciplinarità dell’approccio, l’utilizzo stesso di parole sempre più rare come “diritti” e “dialogo”. Questo il saluto del rettore Vincenzo Zara.
Segue poi la lettura della motivazione dal professore Diego Simini (Presidente del Consiglio Didattico di Lingue, Culture e Letterature Straniere); la laudatio da Barbara Wojciechowska Bianco (Professore Emerito dell’Università del Salento, Membro dell’Académie de France), nella quale si leggono la vita, le opere di Bauman e le sue parole comunicano la necessità di integrazione, umanità, dialogo che non si deve confondere - come sottolinea il papa Bergoglio - con il tentativo di screditare l’interlocutore, perché chi lo fa è un corrotto.
Quindi, la lettera dedicata a Bauman letta da Stefano Cristante (Presidente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione), da parte dei sociologi dell’Università del Salento.
Chiaramente la parte cruciale riguarda il conferimento della “Laurea Honoris Causa” con un incipit in latino, entusiasmante, e un presente, un libro chiuso che significa che il laureato possiede la scienza; aperto, invece, è da intendersi che può portare nella società quella conoscenza con le parole e con le azioni. Il libro in questione è “Il salotto invisibile” a cura di Stefano Cristante, Valentina Cremonesini, Mariano Longo, come ulteriore indagine e analisi aggiornata e critica, a disposizione del dibattito pubblico, sul futuro del nostro territorio. Quindi, vengono consegnati la pergamena e il sigillo dell’Università del Salento, simboli dell’alleanza con la nostra scienza.
Ed ecco che giunge la “Lectio magistralis” tanto attesa del professor Bauman incentrata “Sulle difficoltà e sul bisogno del dialogo” (traduzione a cura della prof.ssa Francesca Bianchi).
È evidente l’incapacità di comprendere cosa sta accadendo e cosa sta per accadere rispetto ai nostri antenati che godevano invece di una salutare ignoranza relativa. La situazione è paradossale: abbiamo a disposizione un’enorme quantità di informazioni, almeno in teoria; se consideriamo, per esempio, il numero di risposte a un singolo quesito che possiamo trovare in “Google”, ma, allo stato attuale, più informazioni non comportano più conoscenza, e non c’è una migliore capacità di comprensione della realtà e consapevolezza di come continuare.
Un atteggiamento critico nei confronti della società, dunque, e di un’economia basata sull’esclusione e sulla diseguaglianza.
Dove andremo a finire?
Nasce il bisogno e la difficoltà del dialogo: una nuova arte che deve essere acquisita. Un’arte di cui però non sappiamo di avere bisogno. Occorrono, inoltre, inclusione, rispetto delle diversità, responsabilità.
Bauman conclude con un interrogativo apocalittico, forse, che lascia senza fiato. Chiede a tutti noi: «È indispensabile attendere che accada una catastrofe per ammettere che la catastrofe sta arrivando?».
Il pensiero è raccapricciante, ma non possiamo non porcelo.