Culture
Beni culturali/ Verso riforma ministero, da 29 direzioni a 24
E' tempo di cambiamenti per il ministero dei Beni e delle Attivita' culturali. Dopo l'accorpamento del dicastero del Turismo, avvenuto alcuni mesi fa con la nascita del governo, e' in arrivo una riforma del dicastero di via del Collegio Romano che prevede alcune novita' tra cui la riduzione delle direzione generali da 29 a 24, in ottemperanza a quanto previsto dalla spending review. Le proposte di riforma sono state elaborate da una commissione istituita dal ministro Massimo Bray e presentate questa mattina alla stampa. "Abbiamo lavorato da inizio settembre a fine ottobre - ha spiegato il presidente della commissione, Marco D'Aliberti - e il 31 ottobre abbiamo presentato queste proposte al ministro. Molte azioni che proponiamo possono essere realizzate senza interventi legislativi".
"Il compito della commissione - ha sottolineato l'altro componente Paolo Baratta - e' stato quello di osservare i fatti e dare delle indicazioni, sempre nell'ambito della spending review, perche' la riduzione dei costi e' l'obiettivo primario della riforma". "La commissione ha svolto un ottimo lavoro", ha detto il ministro Bray, al quale spetta la decisione finale. "Uno dei problemi di questo paese - ha aggiunto - e' la mancanza di una riforma della P.A., che non si fa da vent'anni. Dobbiamo snellire le procedure che rallentano le azioni dell'amministrazione e spero che tutti si sentano partecipi in questa riforma". Per quanto riguarda la riduzione delle direzioni generali si ipotizza la creazione di una nuova direzione del Patrimonio e del Paesaggio che assorbirebbe le funzioni svolte dall'attuale direzione per la Valorizzazione, istituita dal governo Berlusconi nel 2009. Questa nuova direzione sarebbe una delle dieci centrali, alle quali si affiancherebbero altre quattordici regionali.
Ci sarebbero cosi' una direzione per la digitalizzazione e l'informatizzazione, un'altra per la formazione del personale (Bray ha evidenziato che a oggi "si spende meno di euro a dipendente per la formazione"), un'altra ancora per i contratti e il bilancio, una per gli archivi e le biblioteche, una per tutte le attivita' dello spettacolo (ora sono due: cinema e spettacolo dal vivo) e una per tutte le attivita' relative al turismo. Inoltre, verrebbe creato un ufficio di diretta collaborazione con il ministro che si occuperebbe di controllo e pianificazione strategica. Il segretariato generale resterebbe o potrebbe, in alternativa, essere sostituito da un comitato composto da tutti i direttori generali (in questo caso le direzioni generali sarebbero 9 e quelle regionali 15). Tra le altre proposte c'e' anche l'istituzione di una Scuola del Patrimonio sul modello dell'Ecole du Patrimoine francese. Un'idea, questa, che entusiasma il ministro ma che richiederebbe, a differenza delle altre proposte, una legge specifica. La commissione presieduta da D'Aliberti, che insegna diritto amministrativo a La Sapienza, ha riassunto le proposte dopo 8 riunioni e 29 audizioni nel corso delle quali sono stati sentiti i pareri di associazioni e rappresentanti dei lavoratori.