Silvio Soldini racconta ad Affaritaliani i retroscena del film - Affaritaliani.it

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Silvio Soldini racconta ad Affaritaliani i retroscena del film

Luca fa passeggiate in montagna e scatta foto, poi chiede agli altri che emozione provano nel vederle, perché lui, dice, ne prova sempre una diversa dietro l’obiettivo. Gemma suona il violoncello e scia. Lo fa talmente bene da aver vinto anche una medaglia di bronzo alla Coppa del mondo. Felice fa lo scultore, invece che guidare i camion come suo padre e suo fratello. Sarebbe potuto restare in famiglia a farsi aiutare: nessuno avrebbe obiettato. Invece è andato a vivere da solo. Quelle di Luca, Gemma e Felice sono le storie dei non vedenti raccontate dal documentario “Per altri occhi”, proiettato in anteprima al cinema Anteo di Milano, scelte dal regista Silvio Soldini per la loro capacità di trasmettere forza e speranza.

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Alcuni hanno perso la vista gradualmente, altri hanno accettato a tal punto il loro difetto che la vista  non vorrebbero nemmeno averla. Sciare, tirare con l’arco, andare in barca a vela, suonare il piano, scolpire: sono tutte attività che richiedono l’uso degli occhi. O forse no. “A parte i luoghi comuni che si sentono in giro sul fatto che gli altri sensi si acuiscono, la verità è un’altra: si impara a sentire con il cuore", spiega una ragazza non vedente che tira con l’arco. "Capisci che devi per forza reagire di fronte a questo problema, altrimenti staresti seduto su una sedia a dondolare i piedi - racconta uno degli attori e continua - in città a volte gli scivoli per i disabili sono un problema per noi: in un attimo ti trovi in mezzo alla strada senza rendertene conto, come anche gli attraversamenti pedonali senza semaforo, bisogna capire che ogni disabilità è diversa a modo suo”. Il film è diretto da Silvio Soldini con Giorgio Garini ed è prodotto da Lumiere & Co. Ventura film Rsi (Radiotelevisione svizzera), con il finanziamento di regione Lombardia. Sulla scelta del genere, il regista spiega: “Il documentario nella testa di noi italiani è ancora legato a qualcosa di didattico, invece negli ultimi cento anni ne hanno fatti moltissimi diversi, come formato permette di raccontare una storia profonda in modo leggero e divertente”. Al termine della proiezioni in sala i protagonisti hanno dialogato con il regista e con Gianna Nannini. Il 9 ottobre, il documentario sarà trasmesso sulla piattaforma satellitare Open Sky.