Culture

Tessere di un mosaico sottratte cinquant'anni fa ritornano al Museo di Paestum

Eduardo Cagnazzi

La missiva proveniente da un cittadino americano indirizzata al direttore del locale Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel. Già a maggio un altro pentimento

Dopo cinquant’anni, delle tessere staccate da un mosaico ritornano a Paestum, recapitate da un cittadino statunitense al locale Parco Archeologico, accompagnate da una lettera.

J.T., queste le iniziali riportate nella missiva giunta al direttore Gabriel Zuchtrieghel (nella foto), abita nello Stato di Washington e agli inizi degli anni ‘70 ha avuto l’occasione di visitare l’antica Posidonia con la sua famiglia.
Recentemente si è trovato a vedere in Tv un programma sull’antica città della Magna Grecia ed è a quel punto che ha ricordato quanto avvenuto cinquant’anni prima, quando, durante una visita nell’area archeologica, trovò e portò via con sé delle piccole tessere di un mosaico. Un episodio che nel frattempo aveva del tutto dimenticato!

Nel rivedere quel documentario J.T. ha deciso di recuperare quel pacchetto con le tessere e di rispedirlo a Paestum: “….. Ho scavato tra le scatole e ho trovato le pietre, che vi restituisco. Per favore accettate le mie scuse per il mio comportamento spaventoso”, ha scritto nella missiva.

Quello di J.T. -commenta Zuchtriegel- è un bel gesto ed è un indice di come le persone, inizino a rendersi conto che il gesto di portare via oggetti da un'area archeologica rappresenti un danno enorme, che tocca ogni sito culturale aperto al pubblico”. Purtroppo non si sa da dove siano state esattamente rubati i tasselli, né, purtroppo, si saprà mai. “Sono circa una quarantina -prosegue il direttore- tutti di colore bianco e sconnessi: è quasi impossibile capire la loro provenienza. Ovviamente, sarebbe bene che queste cose non accadano mai, dato che la sottrazione di un oggetto dal suo contesto originario ne fa perdere del 90% il valore scientifico. I reperti saranno comunque inventariati e conservati. Apprezziamo comunque il bel gesto e ci fa piacere notare che l'immagine di Paestum arrivi anche oltreoceano”. 

È già il secondo pentimento, a distanza di anni, che investe il parco archeologico di Paestum. A inizio maggio, infatti, un altro visitatore americano, tale Bob Martin, aveva restituito una statuina in avorio da lui sottratta nel 1958.