Culture

"Van Gogh. I colori della vita" in mostra a Padova

di Chiara Giacobelli

Marco Goldin presenta la grande mostra dedicata al pittore olandese, a Padova fino all’11 aprile

Chi è abituato a frequentare mostre d’arte e ama i musei noterà subito l’energia particolare che differenzia questa iniziativa da molte altre: si percepisce, dalle sale allestite con cura al lungo racconto dell’audioguida, dalla presenza nel bookshop dello spesso volume Van Gogh. L’autobiografia mai scritta sino all’esposizione collaterale di Andrea Martinelli, tutta la passione, l’impegno e l’entusiasmo che Marco Goldin, curatore e ideatore della mostra, ha messo in questo progetto.  

Qui non si tratta di entrare negli ampi saloni di Palazzo Reale a Milano o delle Scuderie del Quirinale a Roma, da cui ci si aspetta necessariamente il meglio: il gioco è in mano soltanto a Goldin e alla sua Linea d’ombra, in collaborazione con il Centro Altinate San Gaetano che ospita le opere fino all’11 aprile e al Comune di Padova, oltre alla partecipazione di sponsor ed enti esterni, come il Kröller-Müller Museum. Insomma, stiamo parlando di un gruppo di professionisti estremamente qualificati, che nutrono un vivo e sincero interesse nei confronti dell’arte.

Foto 2[1114]Vincent van Gogh, Autoritratto con cappello di feltro grigio, 1887, olio su tela, cm 44,5 x 37.2. Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Foundation), Amsterdam
 

VAN GOGH. I colori della vita è una mostra che merita di essere vista e apprezzata perché, nonostante manchino alcuni capolavori chiave del pittore, è comunque riuscita a portare a Padova opere tra le più celebri di Van Gogh, tra cui citiamo l’Autoritratto con cappello di feltro grigio in prestito dal Van Gogh Museum di Amsterdam, Il seminatore e Paesaggio con covoni e luna nascente, provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo, sempre in Olanda.

Se l’amore che da molti anni ormai lega Marco Goldin all’arte – a quella di Van Gogh nello specifico – è un elemento forte e unico del progetto, l’altro grande merito va ricercato nella volontà di raccontare anche il pittore meno noto, quello che buona parte delle persone non conoscono poiché soppiantato dalle fasi successive, caratterizzate da accesi colori e tratti influenzati dal pointillisme di Seurat.

Le prime sale della mostra lasciano quindi emergere il Vincent degli inizi, quello che disegnava a matita o a carboncino figure piegate dalla fatica della vita: braccianti, contadini, tessitori, seminatori, donne ricurve con volti sfigurati dalla miseria e dalla crudeltà del quotidiano. Sono gli stessi personaggi che ritroveremo poi nel celebre I mangiatori di patate, caratterizzati da toni scuri, tinte fosche, pochissima luce.

È la lunga e dettagliata storia che ci racconta l’audioguida a spiegarci il processo attraverso il quale Van Gogh scopre il colore e se ne innamora, modificando completamente il suo stile e lasciandosi sedurre dai suoi contemporanei, in particolar modo da Seurat e da Gauguin, con cui sappiamo intratterrà un tormentato rapporto di amicizia. Quest’ultimo è descritto molto bene nel libro di Goldin I colori delle stelle. L’avventura di Van Gogh e Gauguin edito da Solferino, sebbene l’opera magistrale che l’autore dedica al pittore olandese è il già citato Van Gogh. L’autobiografia mai scritta, uscito di recente per La Nave di Teseo.

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VAN GOGH. I colori della vita intende – spiega lo stesso Goldin – ripercorrere l’intero cammino della sua attività, concentrandosi sui principali punti di snodo di quel cammino. I luoghi che lo hanno visto diventare il pittore che tutti conosciamo, grazie proprio a quei luoghi medesimi, al fascino che hanno esercitato su di lui, alla loro storia che si è incisa nella sua storia. Verrà precisamente analizzato il rapporto tra l’esterno della natura, e talvolta delle città, e l’interno dell’uomo e del pittore. Per comprendere il motivo per cui sia stata così rapida l’evoluzione dell’artista e perché sia stata necessitata e indotta dall’aver vissuto in determinati posti, prima in Belgio e Olanda e poi in Francia”.

In mostra vi sono 82 opere, tra cui molti quadri semplicemente meravigliosi, tra cui spiccano – oltre a quelli sopra menzionati – Il postino Roulin, Il signor Ginoux, L’Arlesiana e i vari paesaggi attorno al manicomio di Saint-Rémy; ad essi si aggiungono i numerosi disegni di Van Gogh eccezionalmente riuniti al San Gaetano per dare appunto vita a una sorta di itinerario capace di mettere insieme l’esigenza del vedere fisico con quella dello sprofondamento interiore.

Una volta terminata la visita, il consiglio è quello di dedicare qualche minuto all’esposizione collaterale Gli occhi del tempo. Il mondo di Van Gogh in trentasei ritratti, un progetto di Andrea Martinelli che si concentra su alcune figure chiave del mondo dell’artista e le riproduce in tutti i loro dettagli, nelle sfumature di espressione, nelle rughe della pelle, con colori talvolta volutamente ritoccati. Si tratta di pezzi originali che ben completano l’esperienza artistica.

La mostra VAN GOGH. I colori della vita è promossa da Linea d’ombra e dal Comune di Padova, con la decisiva collaborazione del Kröller-Müller Museum, ed è prodotta da Linea d’ombra, con il Gruppo Baccini in qualità di main sponsor. Si ricorda che per accedere è necessaria la prenotazione.

In conclusione, mi riservo qualche riga per consigliare un altro validissimo prodotto editoriale sul tema: Sulle tracce di Van Gogh. Un viaggio sui luoghi dell’arte, a cura di Gloria Fossi con le fotografie di Danilo De Marco e Mario Dondero. Si tratta di uno splendido libro illustrato edito da Giunti con lo scopo di porre l’accento su quelli che devono essere stati i luoghi, i paesaggi, le atmosfere da cui il pittore ha tratto spunto per le sue opere.

Sfogliarlo è un piacere per la vista, oltre che per l’intelletto: si parte per un viaggio che da Zundert e l’Aia conduce attraverso l’Inghilterra per approdare poi ad Anversa, Parigi, la Provenza e infine Saint-Rémy, dove si trovava il manicomio dei suoi ultimi anni di vita. Dunque, un volume da collezione che gli amanti dell’arte non possono perdere.

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