Culture
Trasferirsi in Brasile? Guida pratica a Rio de Janeiro

IL LIBRO - Il Brasile sta attraversando un periodo di forte crescita e boom economico.
Da sempre simbolo di allegria e divertimento e primo centro turistico del paese, Rio è uno dei centri più dinamici e popolosi del Sudamerica, sede dei maggiori network televisivi e società di produzione cinematografica e musicale.
In vista del prossimo carnevale, dei Mondiali 2014 e delle Olimpiadi del 2016, una guida pratica per muoversi nei quartieri più difficili e trovare, con i suggerimenti su dove mangiare la miglior feijoada o trovare i biglietti per il Maracanà e gli indirizzi per parchi, musica, locali, spiagge.
L'AUTORE - Attilio Caselli già autore per Fazi di un romanzo d’ambientazione carioca (Brace) ha lavorato come sceneggiatore per alcuni dei registi italiani più importanti tra i quali Paolo Virzì e Matteo Garrone. Fiorentino di nascita, dal 2002 vive stabilmente (e felicemente) a Rio de Janeiro.
LEGGI UN ESTRATTO DAL CAPITOLO "LAVORARE A RIO"...
Voglia di lavorare saltami addosso… i brasiliani non hanno certo la fama di essere dei grandi lavoratori, l’immagine che il Brasile ci evoca è più quella del Carnevale, della festa e delle spiagge tropicali. Questo è un cliché totalmente sbagliato: i brasiliani lavorano moltissimo. Certo, non tutti, ci mancherebbe altro, anche qui come nel resto del mondo ci sono i pigroni, gli scansafatiche e, a seconda di dove ti trovi, si possono rilevare differenze più o meno grandi in quanto a velocità, efficienza e produttività. Però in linea di massima, in Brasile si lavora troppo. E lo dico perché da bravo europeo del secolo xx ho sempre dato per scontato la sacralità dei diritti dei lavoratori: orario di otto ore, straordinari pagati, ferie pagate e obbligatorie, licenziamento severamente disciplinato. Aspetta un momento, direte voi, tutte queste belle cose sono in parte ancora vere sulla carta, ma nei fatti non più tanto. Avete ragione, so che le cose sono cambiate e molti di quelli che fino a pochi anni fa erano diritti ora sono eventi del tutto accidentali, però rimane il fatto che qui in Brasile le ferie obbligatorie e una severa disciplina per il licenziamento non sono mai stati dei diritti. I lavoratori, in genere, le ferie di un mese (o anche di quindici giorni) le fanno, se va bene, ogni due o tre anni. La maggioranza si accontenta delle festività comandate (che in Brasile sono il Natale, il Capodanno e, soprattutto, il Carnevale) e di quelle legate a ricorrenze storiche e a festività religiose. Ciò detto, entriamo un po’ più nello specifico del nostro manuale. Per prima cosa, se volete un lavoro a Rio, dovete essere in regola con il visto. Gli unici stranieri che hanno diritto a lavorare sul territorio brasiliano sono quelli con visto permanente, quindi se il vostro è per studiare non avete diritto a lavorare. Questo non vuol dire che non potrete trovare dei lavoretti (come dare ripetizioni a studenti un po’ somari oppure lezioni private di lingua o simili), bensì che non potete essere assunti da nessuno. Per questo motivo, se pensate di tentare la fortuna in Brasile, vi conviene farlo avendo già un’offerta di lavoro o, se ve lo potete permettere, promuovendo un’iniziativa imprenditoriale. Come ho già avuto modo di osservare, di recente il Brasile ha via via conquistato posizioni importanti nella graduatoria delle economie mondiali sorpassando il Regno Unito fino ad attestarsi al sesto posto, preceduto da Francia, Germania, Giappone, Cina e Stati Uniti. La sua economia è in crescita, nonostante la crisi internazionale, grazie al fatto che la domanda interna è in continuo aumento. Non dimentichiamoci poi che, vista la comune matrice culturale, l’importanza e le dimensioni della comunità degli italo-brasiliani fanno del Brasile una delle mete per eccellenza per tutti gli italiani in grado di offrire qualcosa, sia che si tratti di know-how, sia che si tratti di capitali da investire. Entrerò ora nel dettaglio del primo tra i due casi individuati: quello di chi viene in Brasile con un contratto di lavoro dipendente. Al momento, la contrazione della crescita della Cina, da un lato, e dall’altro la sofferenza di parte del l’industria nazionale, causata anche dal forte apprezzamento del real rispetto alle principali valute internazionali, hanno indotto le autorità brasiliane a varare una strategia che privilegia la formazione del capitale umano e predilige il trasferimento di tecnologie avanzate che consentono all’attuale percorso di sviluppo di essere sostenibile nel lungo periodo. In questo scenario, se avete una formazione accademica adeguata e avete avuto esperienze nell’insegnamento e/o nella ricerca industriale, non è difficile che un’università privata o un’industria vi offra un contratto di lavoro. Per trovare l’offerta giusta però vi rimando al vecchio e caro Internet (ma come facevamo quando non esisteva!?), dove migliaia di siti pubblicano offerte di lavoro per ogni tipo di professione e in tutti i paesi. Quello che mi è stato consigliato come uno dei più aggiornati è Simply Hired, ma suggerisco di non limitarvi a usare un solo motore di ricerca perché, in questi casi, si sa, è meglio sparare in tutte le direzioni! (Per i link di alcuni siti vedi alla fine del capitolo). L’uso dei motori di ricerca è semplicissimo e totalmente intuitivo e, una volta individuata l’offerta che fa per voi, dovrete solo seguire le istruzioni on-line e aspettare che le cose si sviluppino… se son rose fioriranno. Uno degli aspetti positivi di trasferirsi in Brasile con un contratto di lavoro già in tasca è che, come abbiamo visto nel capitolo 2, grazie all’impiego potete ottenere un visto prolungato e questo, all’occorrenza, potrà trasformarsi in permanente. Nel caso in cui abbiate già il visto permanente, le cose divengono più semplici ai fini dell’assunzione (nel senso chi vi ha assunto non dovrà richiedere alle autorità competenti di concedervi il visto di lavoro) e insieme più complesse dal punto di vista della scelta (perché l’arco delle possibilità che vi si presenterà sarà maggiore). Trovare l’offerta adatta a voi dipenderà dalle capacità che avete e, come sempre, dalla fortuna...
(continua in libreria)