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Di Maio: "Stop all'aumento dell'Iva. No patrimoniale, Decreto sicurezza resta"
Crisi, Di Maio: no ultimatum ma 20 punti per programma
"Consideriamo Giuseppe Conte un premier super partes". Lo ha detto il Capo politico di M5s Luigi Di Maio, al termine dell'incontro col premier incaricato Giuseppe Conte a Montecitorio. "Usiamo il condizionale per questo governo perché o siamo d'accordo a realizzare i punti del nostro programma o non si va avanti. Abbiamo presentato alcuni punti al presidente Conte che riteniamo imprescindibili. Se verranno accolti bene, altrimenti meglio andare al voto e, aggiungo, anche presto. Abbiamo espresso il nostro sconcerto per il surreale dibattito sugli incarichi. Era prevedibile il totoministri sui media, con nomi di fantasia, ma non troviamo sano che questo dibattito contagi anche le forze politiche. Dobbiamo rendere giustizia alle 43 vittime della tragedia del Ponte Morandi: avevamo pronto il decreto per iniziare la revoca delle concessioni autostradali e va fatto il prima possibile".
NOTA DEL MOVIMENTO 5 STELLE
"Luigi Di Maio ancora una volta ha ribadito che per il Movimento 5 stelle i temi sono al centro di qualsiasi azione politica. Non comprendiamo lo stupore di alcuni. Per noi conta il programma, contano le soluzioni ai problemi degli italiani, non le poltrone. E ci auguriamo che sia così per tutti". Così M5s, in una nota.
"I gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle hanno un ruolo importante e stanno lavorando intensamente in questi giorni per definire un possibile programma di governo, nell'esclusivo interesse degli italiani, poi la parola passera' agli iscritti certificati della piattaforma Rousseau e ci atterremo, com'e' ovvio, alla loro decisione". E' quanto si legge sul Blog delle Stelle.
Governo, mossa Di Maio per dare scossa a base e segnale a ortodossi
Come capo politico del M5s Luigi Di Maio ha bisogno di 'risvegliare' la base attorno alle battaglie care al Movimento, come taglio eletti, no trivelle e conferma della linea sull'immigrazione. Tanto più dopo l'annuncio che gli iscritti saranno chiamati, con il voto su Rousseau, alla decisione finale sul governo coi dem. Così, da fonti parlamentari del M5s, viene letto il duro discorso dai toni ultimativi pronunciato dal vice premier pentastellato dopo le consultazioni con Giuseppe Conte.
Secondo le stesse fonti, i diktat messi da Di Maio per esempio sul decreto sicurezza bis - va bene accogliere i rilievi di Sergio Mattarella ma non si parla in alcun modo di abolire quest'ultimo - avrebbero come destinatario anche la parte più ortodossa del M5s, più vicina alla posizioni dei dem e di Liberi uguali che pretendono una revisione completa dei decreti voluti da Matteo Salvini. Un'altra lettura che circola, anche in ambienti parlamentari pentastellati, è che la mossa di Di Maio sia finalizzata a riconquistare un ruolo centrale nella trattativa condotta, negli ultimi giorni, direttamente dal premier incaricato con il segretario dem Nicola Zingaretti.
Governo, Di Maio: no ultimatum ma 20 punti per programma
"Qui non è questione di ultimatum, qui il punto è che siamo stanchi di sentir parlare tutti i giorni in ogni trasmissione di poltrone e toto-ministri. L’ho detto e lo ripeto: contano i programmi, le soluzioni, le idee. Il M5s non svende i suoi principi e i suoi valori su ambiente, lavoro, imprese, famiglie. Qui serve concretezza. Poche chiacchiere e basta slogan. Bisogna lavorare per gli italiani e bisogna farlo in fretta. Noi abbiamo 20 punti. E vogliamo che entrino nel programma di governo". Lo dice Luigi Di Maio in una nota.