Economia

2020, compagnie di bandiera adieu. Il dumping mortale delle low cost

British Airways sembra cavarsela meglio, pur vivendo una situazione simile a quella di Air France, convivendo con Iberia sotto il tetto di International airlines group, holding nata nel 2011 dalla fusione delle due compagnie di bandiera. Iag, che controlla anche la low cost Vueling (e, da agosto, Aer Lingus) e nel cui capitale è presente Qatar Airways col 9,99%, ha infatti chiuso i primi sei mesi dell’anno con un utile netto di 332 milioni di euro in crescita rispetto ai 96 milioni dello stesso periodo di un anno prima. Guardando alle singole linee aeree nel periodo Iberia ha registrato un utile operativo i 51 milioni di euro (dai 16 dell’anno precedente) e British Airways di 453 milioni (da 332 milioni), mentre Vuelig l’ha visto scendere a 24 milioni (da 30 milioni) a causa in particolare degli investimenti fatti per incrementarne l’offerta del 13,9%. In questo scenario Alitalia, finita dal primo gennaio di quest’anno sotto il controllo di Etihad Airways (ormai socia al 49%), continua a restare a metà del guado: il primo semestre si è chiuso con una perdita netta di 130 milioni di euro, un risultato su cui avrebbero pesato 80 milioni di euro di danni per l’incendio divampato all’aeroporto di Roma Fiumicino il 7 maggio scorso ma che è finito col costare il posto all’amministratore delegato Silvano Cassano, saltasse dopo neppure un anno di lavoro (il manager venne nominato il 5 settembre 2014) per i dissidi con Etihad.

Del resto, notano alcuni, i conti del primo semestre hanno potuto beneficiare della cessione del 75% del programma Millemiglia, senza la quale il rosso sarebbe stato di 202,4 milioni. Numeri troppo lontani, specie dopo i circa 600 milioni di euro di perdita segnati nel 2014 dalla “vecchia” Alitalia-Cai, per rassicurare Etihad che l’obiettivo di registrare 100 milioni di utile alla fine dell’esercizio 2017 possa essere raggiunto senza affanni. Per ora tuttavia il presidente Luca Cordero di Montezemolo, cui ad interim sono stati affidati i poteri di Cassano, non cambia il piano industriale, mentre il vicepresidente James Hogan, Ceo di Etihad, sembra voler procedere senza fretta alla selezione del nuovo amministratore delegato dell’aerolinea italiana. Nel frattempo l’ex compagnia di bandiera italiana prova la strada delle rotte a lungo raggio e dopo il lancio di Venezia-Abu Dhabi, Milano-Shanghai, Milano-Abu Dhabi e Roma- Seul ha aperto anche la Roma-Pechino, si spera con risultati migliori di quando, nel 2013, il volo venne cancellato perché ritenuto non economico.

Luca Spoldi