Economia
Abertis, "grane" spagnole per i Benetton. Voci di controfferta

Guerra finanziario-politica. Insight
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
C'era un motivo per cui Criteria Caixa, la prima azionista di Abertis con il con il 22,73%, si era dimostrata freddina all'Opas miliardaria dei Benetton. Atteggiamento che gli addetti ai lavori hanno subito letto come un prendere tempo in vista di una controfferta di qualche altro potenziale compratore che, si maligna fra gli analisti finanziari che seguono da vicino il business infrastrutturale dei Benetton, è stata molto probabilmente sollecitata da qualche banca d'affari incaricata proprio dalla potente fondazione catalana per strappare il maggior prezzo possibile alla controllata della famiglia di Ponzano Veneto.

Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia
E così, subito dopo il primo sì a Madrid alla maxi Opas italiana da parte dell’autorità di controllo e vigilanza sui mercati (Cnmv, la Consob iberica, un passaggio formale, certo, ma comunque un'indicazione importante dopo l'annuncio di metà maggio al mercato da parte di Atlantia), cominciano a emergere altri appetiti che rischiano di complicare non poco la campagna di Spagna dei Benetton.
Quali? Secondo il quotidiano locale El Economista, JP Morgan Infrastructures, fondo infrastrutturale della banca guidata da Jamie Dimon, è tra le società che lavorano a una controfferta interamente in contanti insieme a Globalvia, gruppo che ha in concessione tratte autostradali in Europa e in America Latina ed è controllata dai fondi pensione britannici, olandesi e canadesi (OPTrust, Canada - PGGM, Olanda - USS, Regno Unito).
L'operazione, che secondo El Economista dovrebbe essere facilitata dalla presenza di Globalvia nel consorzio, una garanzia per il governo spagnolo che ha mostrato una certa reticenza verso l'offerta di Atlantia, sarebbe ancora a uno stadio iniziale. In più, il fondo di JP Morgan non sarebbe l'unico che starebbe studiando una possibile contro-Opa nelle ultime settimane ancora possibili. Della partita, infatti, sarebbero anche diversi fondi britannici di investimento.

Gilberto Benetton
Cosa succederà ora? Come accadde nel 2006 a parti invertite per gli spagnoli quando si mossero su Autostrade, il rischio per i Benetton è in primis quello delle barricate politiche, visto che dietro la vicenda Abertis si celano anche altri interessi che trovano origine nello scontro tutto interno fra governo centrale e autonomie locali. Tensioni non certo di facile e immediata risoluzione che potrebbero strumentalizzare la partita.
Secondo, c'è il nodo del prezzo, ammontare (16,5 euro per azione) che da Ponzano Veneto, al momento dell'offerta, hanno subito detto essere definitivo (oltre al premio, sono state fatte delle concessioni anche sulla governance del colosso nascente).
Come richiesto dalla Consob spagnola, però, qualsiasi controfferta deve includere un prezzo maggiore rispetto all'offerta originale, in modo da renderla più interessante per la Caixa. Una volta concretizzatesi le altre proposte, secondo quanto si vocifera, i Benetton sarebbero disposti ad salire fino a un altro 5% in più rispetto agli iniziali 16,3 miliardi di euro messi sul tavolo.

"Non possiamo escludere una controfferta su Abertis a un prezzo più alto di quello messo sul piatto da Atlantia. Tuttavia, l'offerta della società italiana dà all'azionista principale di Abertis, la possibilità di diventare il secondo azionista del nuovo gruppo e di avere, secondo le ultime indiscrezioni, concessioni significative sulla governance e il controllo degli asset brasiliani e cileni. Secondo quanto abbiamo capito Atlantia è disposta a soddisfare le richieste del governo spagnolo sul lato della governance", hanno commentato stamani gli analisti di Banca Akros che sul titolo Atlantia mantengono il rating accumulate e il target price a 27 euro.
"Per Atlantia sarebbe un rischio il lancio di una contro-Opa perché sarebbe costretta ad aumentare la propria offerta riducendo l'upside", hanno spiegato in una nota invece gli analisti di Equita Sim, aggiungendo che il principale elemento di interesse riguarda la possibilità di incrementare il dividendo di Atlantia grazie all'aumento potenziale degli utili del gruppo (dividendo atteso sul bilancio 2017 a 106,7 centesimi di euro e sul bilancio 2018 a 117,4 centesimi di euro).

Alessandro Benetton
Intanto in Borsa, il titolo Atlantia accusa leggermente il colpo (-0,12% in recupero a fine giornata a 24,81 euro), visto che, secondo i calcoli di alcuni analisti, l'acquisizione della società spagnola genererebbe valore per circa due euro per azione. Mentre sul listino madrileno, il titolo Abertis si è infiammato nel corso della seduta, con il mercato che è corso a prendere posizione in vista di una potenziale battaglia di rilanci (+1,33% a 16,415 euro al termine delle contrattazioni, ma dopo un massimo intraday a quota 16,65 euro, oltre il prezzo offerto dal gruppo italiano).
In serata, Globalvia ha smentito i colloqui con JP Morgan, ma l'attenzione del mercato resta alta.