Economia

Accenture Banking Conference 2019: l'innovazione che crea valore

All'Accenture Banking Conference 2019 si è parlato di innovazione nel settore bancario: fino a 100 miliardi di valore aggiuntivo per le banche innovative

Accenture Banking Conference 2019: l'innovazione del settore bancario può creare un valore aggiuntivo fino a 100 miliardi di euro.

Il settore bancario italiano vive un momento di grande cambiamento: l’innovazione favorisce la nascita di nuovi modelli di business che portano a una progressiva trasformazione del settore, in costante aumento nei prossimi anni. Il mercato si trova in una fase di piena vulnerabilitàin cui la progressiva riduzione di barriere all’ingresso in specifici ambiti della catena del valore e i ridotti margini di profittabilità porteranno a livelli estremi la tensione al cambiamento.

È quanto è emerso dall'Accenture Banking Conference 2019, l'appuntamento annuale promosso da Accenture, azienda leader a livello globale nel settore dei servizi professionali, per affrontare il tema dell'innovazione in ambito bancario.

Dalla conferenza è emerso che l'arena competitiva è in forte mutamento sia a livello internazionale che italiano. In Europa, guardando agli ultimi 12 anni, 1 player su 5 è entrato dopo il 2015 e si assite a uno spostamento delle revenue dagli operatori tradizionali ai nuovi player pari al 6-7%. Rispetto all’Europa, il mercato italiano è più indietro nel processo di innovazione del settore, ma ci si aspetta che si arrivi presto ai livelli europei, sia in termini di numero di player che di fatturato.

In Italia, infatti, 1 player su 8 è nuovo: le nuove realtà hanno già eroso almeno 2-3% delle revenue del settore. La trasformazione del mercato non accelererà solo a causa della maggiore e diversa competizione, ma sarà spinta anche da nuovi trend tecnologici e comportamentali: i consumatori sono e saranno sempre più consapevoli e attivi, le nuove tecnologie quali Cloud, Blockchain, Applied Intelligence, IoT e il data Analytics saranno sempre più protagoniste nei prossimi anni, la rete 5G diventerà un’infrastruttura strategica in qualsiasi settore e sfumeranno i confini tra mercati e tra i diversi player.

Un primo assaggio di questi confini poco delineati è stato dato negli ultimi anni dalle fintech, un fenomeno che ha cambiato i classici paradigmi dei servizi finanziari e che si è trasformato, passando da una logica di competizione ad una logica di collaborazione. Oggi, in media, le prime banche europee hanno sviluppato dalle 20 alle 30 collaborazioni o acquisizioni con le fintech. Le piattaforme guidate dalle big tech si stanno diffondendo e stanno ricoprendo un ruolo sempre più cruciale nella catena del valore dei servizi finanziari.

L’innovazione crea valore: essere dei Digital Pioneer premia

In futuro crescerà sempre di più il divario tra le compagnie che hanno deciso di puntare seriamente su innovazione e trasformazione digitale, rispetto a quelle che adottano un approccio più conservativo. È una tendenza dimostrata da recenti analisi di Accenture, che hanno classificato le banche in tre gruppi in base all’intensità con cui hanno implementato i progetti di trasformazione digitale: i Digital Pioneer sono le banche che hanno messo in atto un piano di trasformazione digitale a 360°, coinvolgendo tutti gli aspetti operativi del business; i Digital Active sono rappresentati dalle banche che hanno utilizzato il digitale più nell’ambito della comunicazione con gli utenti che nell’implementazione di veri programmi trasformativi; le banche che hanno implementato il digitale a livello inferiore, invece, sono destinate a crescere più lentamente.

Le banche devono cambiare approccio per competere nel prossimo futuro: la visione di Accenture

Nel nuovo mercato che sta prendendo forma, le banche dovranno cambiare radicalmente approccio: in primis, dovranno riuscire a governare l’ecosistema che si sta delineando, attraverso modalità di cooperazione efficace con le fintech e alleanze strategiche con gli altri player che stanno entrando del mercato. Per riuscire a stare al posto di guida è fondamentale che le banche riescano a costruirsi competenze ed esperienze di sviluppo e gestione delle alleanze sia dal punto di vista del business, sia da quello tecnologico, attrezzandosi con strutture focalizzate e sviluppando competenze specifiche.

È la fiducia, l’asset cruciale nell’era digitale, in particolar modo nel mondo del banking: oggi è fondamentale per creare le condizioni necessarie alla sostenibilità socioeconomica del sistema ed è un fattore direttamente collegato al valore di una banca, con i suoi ricavi e la sua profittabilità, sia nel breve termine che in un orizzonte temporale più lungo. Fattore abilitante di questo nuovo livello di fiducia - che deve diventare un parametro misurabile che incide sul risultato economico e sulla crescita in termini di agilità competitiva - è la tecnologia. Nel prossimo futuro, è indispensabile continuare ad investire in sicurezza sia a livello di infrastruttura che a livello tecnologico organizzativo: un sostanziale miglioramento della sicurezza su internet contribuirà a costruire una solida fiducia, consentendo all’economia digitale di fare grandi progressi.

Mauro Macchi, Financial Services Lead for Italy, Central Europe and Greece di Accenture, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani.it: “Oggi sono emersi moltissimi temi: l’importanza di riconoscere la velocità del cambiamento per il settore, quindi affrontare nuove sfide attraverso un’innovazione di scala che permetta di creare valore per i dipendenti, i clienti e gli azionisti, quindi cercando di spostare l’attenzione dal valore attuale al valore futuro. Molto importante inoltre l’altro tema sull’Human Factor come snodo principale per gestire questo cambiamento”.

Le voci del settore bancario

L'innovazione che crea valore: Affaritaliani.it ne ha discusso con gli esperti del settore che hanno partecipato alla conferenza. 

Corrado Passera, Chief Executive Officer di Illimity, ha commentato: "Il settore bancario si sta profondamente ridisegnando, perché le tecnologie digitali modificano il modo e la strumentazione con cui si fa banca, da cui deriva anche una modifica dei servizi che essa offre. Il sistema bancario deve dunque ridefinirsi in funzione di queste tecnologie. L’impatto più profondo delle tecnologie digitali riguarda la capacità di valutare il credito, di tenerlo monitorato, di fare investimenti tenendo conto di informazioni che non sarebbero disponibili senza tali tecnologie. Dunque, questa pervasività delle tecnologie digitali e ciò che forza le banche a cavalcare il digitale fino in fondo".

Paola Papanicolaou, Group Head of Innovation Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: "Una banca, per essere innovativa, deve saper ascoltare i clienti, i trend di mercato e i propri dipendenti. Noi come Intesa Sanpaolo affrontiamo il tema dell’innovazione da punti di vista differenti: da quello dell’innovazione interna, indagando su comediventare una banca che risponde ai bisogni del mercato, in grado di digitalizzare i propri processi. Innovazione significa anche prossimità al cliente e ai suoi bisogni, così come significa guardare e osservare i grandi trend tecnologici. Intesa Sanpaolo si pone, tra le altre cose, nell’ottica di supportare le nuove aziende italiane che lavorano per l’innovazione".

Affaritaliani.it ha intervistato Oscar Di Montigny, Chief Innovation, Sustainability & Value Strategy di Banca Mediolanum, che ha dichiarato: “Il mondo bancario sta cambiando del tutto: sta cambiando l’industria nella sua totalità, le abitudini all’acquisto e della funzione dei servizi da parte dei consumatori di oggi e di domani, il concetto di bancarizzazione, l’idea che abbiamo di cosa sia una moneta. Stiamo veramente entrando in un momento di un grosso e profondo cambio epocale”.

Paolo Chiaverini, Head of Group Operations di Unicredit, ha commentato: “Bisogna iniziare dalla customer experience, dall’innovazione di prodotto e di processo, quindi un elemento centrale rimane sempre il cliente. L’opinione che ho voluto esprimere è che l’innovazione deve essere centralizzata sugli aspetti di processo: si parte sempre dai Core Banking processes per innovare avendo poi applicazioni che possono essere IT-Driven o meno, e non un’innovazione IT-Driven fine a se stessa”.

Roberto Catanzaro, Direttore Business Development di Nexi, ha detto: “Il punto di partenza è sempre ascoltare, vedere come cambiano i bisogni, come le banche hanno intenzione di evolvere strategicamente i loro business models. Quindi la prima cosa da fare è vedere cosa sta cambiando là fuori per capire cosa bisogna fare internamente per raccogliere nuove opportunità”. 

Gianfilippo Pandolfini, Chief Operating Officer di BNL, ha commentato ai microfoni di Affaritaliani.it: "L’innovazione credo che passi da un mix equilibrato tra sfruttare le possibilità della tecnologia e valorizzare le competenze delle persone che fanno parte delle nostre organizzazioni. Chiaramente avendo un occhio continuamente attento ai comportamenti di acquisto dei clienti e ai trend di mercato, quindi i punti fondamentali, a mio avviso, sono: il primo avere un meccanismo d’ascolto continuo dei nostri clienti per capire esattamente come evolvono i loro bisogni; il secondo punto è riuscire a sfruttare le innovazioni tecnologiche e il terzo non dimenticarsi che siamo delle aziende fatte di persone e di competenze che devono offrire ai nostri clienti fiducia, per cui valorizzare, accompagnare, formare e riqualificare le persone è un compito fondamentale per poter continuamente innovare".

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Gianluca Formenton, Chief Operating Officer di BPER, ha dichiarato: "Noi di BPER stiamo provando ad avere un percorso differente rispetto al passato, per quanto riguarda l’innovazione. L’innovazione può essere tale solo fuori dai processi standard della banca e per poterlo fare abbiamo stretto un'alleanza con il fintech district, dove abbiamo installato un nuovo prodotto in white label che ci consenta, al di fuori dei processi standard running, di arrivare sul mercato con modalità differenti. Un modo per cercare di allearci con le fintech per essere più smart sul mercato".